Resta nel degrado l’ex Hotel Mediterraneo, affacciato sul mare di viale Diaz. Quella che doveva diventare una struttura di lusso, con camere vista mare e servizi a cinque stelle, è ancora oggi un rudere abbandonato tra impalcature arrugginite, erbacce e silenzio, spesso rifugio di sbandati, senzatetto e tossicodipendenti. Da simbolo dell’ospitalità cagliaritana a monumento allo stallo burocratico e ai contenziosi legali. E ancora oggi, nonostante annunci, proclami e speranze, nulla sembra muoversi.
La parabola discendente dell’albergo inizia nel 2013, quando la società russa Reistar srl ne acquisisce la proprietà con l’ambizioso obiettivo di riqualificarlo e rilanciarlo sul mercato del lusso. Due anni dopo, nel 2015, partono i primi lavori di demolizione sul fronte di viale Diaz. Poi il nulla. A bloccare tutto è una lunga disputa giudiziaria tra gli ex soci della società acquirente. Il contenzioso, tuttora in corso, ha congelato ogni possibilità di ripartenza. Le ruspe si sono fermate e l’intero progetto è rimasto impantanato tra aule di tribunale e carte bollate.
Nel frattempo, il quartiere ha assistito impotente al progressivo decadimento della struttura, che un tempo era punto di riferimento per congressi, ricevimenti e turismo d’élite. Oggi, dell’Hotel Mediterraneo resta solo un cantiere immobile, incastonato in una delle zone più prestigiose della città, tra il porto di Su Siccu e il Parco di Bonaria.
Negli ultimi mesi si è tornati a parlare di un nuovo progetto presentato agli uffici comunali dell’Urbanistica: una proposta ambiziosa, finanziata interamente da privati, che punta a rilanciare l’area con un hotel moderno e servizi di alta gamma. Ma senza una risoluzione definitiva della causa legale, tutto resta sulla carta. Il Mediterraneo è così diventato il simbolo di un’occasione mancata: un hotel mai nato e un angolo della città che, invece di guardare al futuro, continua a fare i conti con l’immobilismo.











