di Gianfranco Leccis
Non è ancora possibile fare un quadro attendibile del turismo nel 2016, non si conoscono dati precisi anche se l’Assessore competente ha parlato di grande successo e di un +20% negli ultimi due anni (nel 2015 si era avuto un +7% sul 2014). Magari lo si avrà ma si deve tener presente che in tutta Italia si parla di un +10%, tra 2016 e 2015, in Puglia di un +16%, in Sicilia di oltre +10%, Peraltro se, com’è probabile, l’incremento è avvenuto nei mesi estivi il miglioramento è relativo: in quel periodo così ristretto è troppo facile, vista la crisi di altre zone, fare incrementi. Però non si risolvono certo così i problemi della crescita del settore, dell’ampliamento del periodo di lavoro, del PIL, dell’occupazione, dell’economia della Sardegna.
Il Servizio Statistiche della Regione e quello della Provincia di Cagliari sono molto efficienti ma forse il sistema non è abbastanza valido (spesso mancano o sono imprecise le informazioni di base delle aziende) e non si riesce ad avere i dati che occorrerebbero, come la suddivisione tra i vari tipi di esercizi ricettivi o le nazionalità degli stranieri. I dati definitivi Istat arrivano dopo un anno e pare che si non voglia fornire notizie sui singoli comuni. Come si possono fare analisi approfondite?
Recentemente vi sono stati alcuni fatti e interventi sul turismo che meritano un commento: riguardano in particolare Cagliari ma indirettamente tutta l’Isola.
Il più recente è la decisione della Sindaca di Roma e del Movimento 5 stelle di non proporre Roma per le Olimpiadi 2024. Nel progetto un posto era dedicato a Cagliari per l’attività velica, di indubbio valore, ma la rinuncia di Roma naturalmente lo fa decadere.
Questa occasione persa fa seguito ad altra quasi analoga quando la città era stata scelta come base dal concorrente all’American Cup che intendeva organizzare delle gare in preparazione rispetto a quella manifestazione con evidente ricaduta promozionale: la sua rinuncia ha comportato la scomparsa di tale possibilità.
In proposito è apprezzabile l’intervento dell’ing. Maria Sias sulle indiscutibili potenzialità di Cagliari nello specifico settore e della necessità di attrezzarsi adeguatamente per crearsi uno spazio autonomo.
Un altro evento perso recentemente è stato quello della capitale europea della cultura 2019 quando la città di Cagliari era candidata ma senza successo
In effetti erano delle occasioni importanti ma purtroppo non sono le prime né le sole: di occasioni perse o sciupate ve ne sono molte altre, tutti i giorni. Soprattutto quelle che dipendono direttamente da noi, dal non saper valorizzare le nostre risorse, il nostro patrimonio culturale a ambientale.
Le ottime occasioni che si perdono sono tante. Si è già detto di manifestazioni di rilievo come Sant’Efisio a Cagliari, la Sartiglia a Oristano, la Cavalcata Sarda a Sassari, Monumenti Aperti in tante località, Autunno in Barbagia. Tutte molto belle e interessanti ma frequentate quasi esclusivamente da sardi, e va benissimo, ma non si parli di turismo che è soprattutto importazione, sia di italiani che di stranieri.
Si possono aggiungere tanti altri esempi di sprechi: ne citiamo solo due, i Giganti di Mont’e Prama, il Rally di Sardegna. Non si riesce ad avere notizie precise, quelle poche disponibili consentono qualche indicazione.
Sui Giganti si ha un discreto numero di visitatori ma non risulta vi siano molti turisti, non sardi. I numeri sono modestissimi, neanche un pallido confronto con altri siti italiani o di altri paesi. Come ha rilevato il Ministro Franceschini, se fossero stati in altri luoghi si sarebbe avuto un successo straordinario. Non si è capaci neanche di installare cartelloni sulle strade principali per segnalarli e indicare come arrivare a Cabras. O di fare un piccolo foglio illustrativo come agli inizi, per Cagliari.
Come già detto, per la Festa di Sant’Efisio a Cagliari la partecipazione di turisti è modestissima: i dati sui pernottamenti del 30 Aprile e del 1 Maggio negli anni 2013, 2014 e 2015 (non è stato ancora possibile avere quelli del 2016) sono pochi attorno ai 1.500, circa un terzo dei posti letto disponibili viene occupato.
Anche il Rally di Sardegna forse non si svolgerà più poiché l’organizzatore (l’ACI) chiede un aumento sensibile del contributo. Il Consorzio turistico di Alghero ha quantificato la maggior attività nel 2014 in 2.000 presenze. E questo vale la spesa di 1,5 milioni di €uro? Era interessante ma Alghero ha molto altro che non sfrutta.
Un’altra occasione sprecata è quella delle navi da crociera a Cagliari. Si è cercato di avere qualche informazione: si sono avute poche notizie precise, vengono proposte visite al Museo Archeologico, a Nora e a Barumini; inoltre “le vie dello shopping”, un giro in vari esercizi commerciali fino al mercato di San Benedetto, che giustamente si può considerare una delle eccellenze della città. Si sa molto poco sui risultati o quel poco è deludente ma non è tanto questo quanto l’insufficienza di informazioni valide per i turisti (non solo delle crociere). Non è importante quanto spendono ma l’impressione, il ricordo che resterà, che potranno invogliarli a tornarci o a parlarne bene: c’è da temere che non sarà gran che. Cosa vedranno e capiranno della città e delle sue attrattive di maggior rilievo? Forse la cartina della città distribuita all’Infopoint del Municipio?
Il vero problema è che l’informazione, la valorizzazione del nostro patrimonio sono insufficienti. E’ assurdo ritenere che basti segnalarlo su Internet, che va benissimo ma non è sufficiente: come si può pensare che uno straniero cerchi sulla rete notizie sui Giganti o su Sant’Efisio o sulla Sardegna se non ne ha mai sentito parlare, se non li conosce, se nessuno glieli segnala? Quando si imparerà a fare seriamente promozione?













