Tra le categoria di lavoratori più tartassati dal caro bollette c’è, sicuramente, quella delle guardie giurate. I vigilantes che scortano i furgoni portavalori delle banche e che garantiscono la sicurezza negli ospedali hanno gli stipendi bloccati da almeno sette anni. Nessun aumento, solo tante promesse rimaste tali. E, con l’aumento delle bollette, la loro situazione è diventata drammatica: “Ormai si arriva a malapena a metà mese, poi bisogna arrangiarsi e lottare”, spiegano i lavoratori, che hanno protestato sotto il Consiglio regionale in via Roma a Cagliari. La Regione potrebbe fare pressioni a Roma per portare le organizzazioni datoriali ad aumentare le paghe. In caso contrario, per cinquemila vigilantes sardi l’autunno sarà all’insegna della disperazione. Con loro ci sono stati anche i sindacati Cgil, Cisl e Uil. “La situazione è ormai disperata, servono atti concreti”, dice Andrea Lai della Uil. “Gli stipendi dei lavoratori sono ormai bloccati da addirittura otto anni. Hanno ricevuto complimenti e pacche sulle spalle quando hanno lavorato anche negli hub vaccinali, ma è un riconoscimento che non può bastare. 1200 euro è lo stipendio con gli straordinari, ci sono anche paghe di 780 euro”. Nella Milazzo della Cgil rincara la dose: “Non arrivano più a fine mese, hanno difficoltà già dalla seconda settimana. Abbiamo avuto vari incontri con le parti datoriali, non c’è mai stato nessun atto concreto e nessun aumento del salario. È vergognoso che non venga riconosciuto il giusto valore a guardie giurate armate e operatori fiduciari”.
Giuseppe Atzori della Cisl sa a chi rivolgersi: “Le paghe sono troppo basse, la Regione può fare molto. I contratti sono ormai scaduti e le promesse sono state tante e troppe, bisogna sollecitare un intervento da parte dei ministeri del Lavoro e dell’Economia”. La protesta andrà avanti anche nei prossimi giorni, soprattutto se, tra una settimana, dovesse saltare il tavolo di confronto tra sindacati e organizzazioni datoriali.









