Bar e ristoranti all’aperto, ci sono un po’ di polemiche sui tavolini e le concessioni. Come sta andando questa riapertura? “Bisogna essere positivi, credo che i settori abbigliamento e food stiano dimostrando di voler essere positivi e propositivi – spiega Davide Marcello, commerciante e vice presidente vicario del Crel Sardegna – è chiaro che siamo sfiancati, dal punto di vista economico, da quest’ultimo anno. Ci sono delle situazioni veramente molto gravi, perché bisogna immaginare che l’attività, che è rimasta chiusa per tanto tempo, ha dovuto sostenere i costi fissi come, per esempio, l’affitto. Noi continueremo a essere ottimisti e si spera chiaramente che dall’alto del governo arrivi qualche soluzione più corposa, più tangibile perché i pochissimi aiuti sono serviti per comprare la roba da mangiare da portare a casa e non certo per sostenere le piccole medie-imprese che stanno continuando ad avere la difficoltà economica.
Non vorrei che passasse il messaggio che, dal giorno in cui si è aperto, quindi da lunedì scorso, sono completamente svanite tutte le problematiche, perché le porteremo avanti per i prossimi, almeno 2-3 anni. Cercheremo di avere sempre il sorriso per accontentare i nostri potenziali clienti.
In questi primi giorni, per i tavoli all’aperto, lavora chi ha la fortuna di avere lo spazio su cui ricavare. Io sento molti ristoratori che si lamentano del fatto di non poter mettere nel marciapiede neanche un tavolino, quindi la situazione continua a essere estremamente delicata. Dal primo giugno si potrà mangiare anche all’interno e finirà questa differenza tra chi ha e chi non ha la possibilità di avere il tavolo all’esterno. Nella nostra città non c’è la partenza immediata, la gente continua a essere preoccupata per i contagi e c’è poca gente.
Inoltre in molti hanno subito delle problematiche economiche e quindi non riprenderanno a uscire per spendere perché non tutti hanno avuto la fortuna di avere invariato l’entrata economica mensile e si è impoverito ulteriormente”.
Risentite qui l’intervista del direttore Jacopo Norfo e di Paolo Rapeanu
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