Non si placa la polemica che ha caratterizzato l’ultimo consiglio comunale che ha discusso riguardo la sicurezza del capoluogo sardo, Zedda ridimensiona l’allarme lanciato più volte, e a gran voce, dai cittadini e paragona la situazione attuale con gli anni’90 che, per il sindaco, sono stati ben peggiori rispetto a oggi.
A raccontare una realtà diversa sono in tanti, come nonna Paola, che spiega: “Mi fa rabbia che il sindaco parli così, Cagliari non è mai stata in questa situazione di degrado, sono cagliaritana da generazioni e chi vive proprio al centro di Cagliari può confermare ciò che sta accadendo da diversi anni alla nostra città, che era un gioiello, adesso è realmente così da aver paura, noi eravamo tranquilli adesso non più”. “Io negli anni’90 giravo tranquillamente per tutte le vie ed i vicoletti, adesso non siamo tranquilli neanche durante il giorno e figuriamoci la sera”
“C’erano le bande ma anche rispetto e fratellanza” spiega un altro residente. “Ora in strada c’è molta più droga rispetto gli anni’90, più crimini e auto rubate. Donne scippate e senza parlare delle molestie”. A tal proposito una donna racconta: “Mia figlia era con una sua amica e ha parcheggiato vicino alle poste di piazza del Carmine appena scesa dalla macchina ha visto 5/6 ragazzi avvicinarsi immediatamente a loro con frasi che preferisco non dire. Fortunatamente essendo vicine alla macchina hanno fatto in tempo a fuggire e questo è accaduto in pieno giorno”.
Intanto si avvicina un nuovo fine settimana, la tensione sale anche per i tanti giovanissimi che invaderanno il centro storico: cresce l’allarme per risse, abuso di alcolici e droga. Si rinnova prepotentemente l’invito ai genitori di seguire i figli in questa fase critica “è fondamentale che i genitori non spariscano dai luoghi frequentati: non serve il controllo ossessivo, ma una presenza discreta sul territorio, necessaria per proteggere i ragazzi da rischi reali e concreti. Alcol, droghe, risse, bullismo, danneggiamenti agli spazi pubblici” ha spiegato Luca Pisano, psicoterapeuta, direttore Master in Criminologia e Centro studi per la famiglia IFOS. “A questa età la vulnerabilità è alta e le pressioni del gruppo possono condurre a comportamenti rischiosi e trasgressivi, rilevanti anche sotto il profilo giuridico. Responsabilizzare non significa infatti lasciare i figli liberi di fare tutto quello che vogliono.
Abituarli a serate/notti in strada, zero limiti, assenza di figure di riferimento, può diventare una forma di abbandono educativo.
Concludendo, bisogna trovare un bilanciamento tra favorire la crescita, l’autonomia, l’esplorazione e proteggere la loro salute.i è genitori anche il sabato sera: non lasciamoli soli”.