Ormai ci siamo, i lavori in via Roma sembrano prossimi alla conclusione, e così la più famosa strada lastricata della Sardegna si appresta finalmente a ricongiungersi con il Largo Carlo Felice. Manca poco per apprezzare l’opera finita, ma sul lato del porto il fondo stradale, che da tempo appare senza un’efficace manutenzione, versa in condizioni sempre peggiori. Forse era meglio rifare la strada dissestata piuttosto che modificare quella buona, chissà? ma le cose sono andate seguendo le logiche della politica, assai diverse da ciò che si aspetta la gente comune che vede nei principi pratici le basi su cui fondare qualsiasi scelta, quindi non c’è da stupirsi che “la strada buona”, quella con i lastroni perfettamente incastrati che lambiva il porticato, sia stata smontata pezzo dopo pezzo e poi ricomposta con un rustico marciapiede, ed invece, quella da riparare, giace abbandonata al suo destino di degrado. Ai dubbi sull’opportunità di un intervento così invasivo (il rifacimento dei sottoservizi impegnava a numerare e poi spostare solo una parte dei lastroni) s’inserisce anche la questione della tutela del centro storico, perché vista la ricomposizione del lastricato, alquanto naif, ci chiediamo se le norme di tutela valgano solo per i privati, oppure sia possibile modificare anche gli interni e le facciate dei palazzi come si vuole.
Nel frattempo, dentro un mozzicone di strada ad una corsia per senso di marcia ruota tutta una serie di operatori che tengono in piedi mezza Marina: chi svolge i servizi di igiene e raccolta rifiuti, chi effettua le consegne con i furgoni, oltre naturalmente ai residenti. Una situazione caotica in parte dovuta al mancato rispetto degli stalli riservati e della ztl. “Dovremmo prendere esempio da Zurigo”, ma preme far notare, che nella Svizzera evocata dalla Signora Annamaria M., esiste una certa simmetria tra comportamenti pretesi dai cittadini, disponibilità di parcheggi, e manutenzione programmata delle strade; un particolare non da poco perché osservando la realtà da altra prospettiva, e tenendo conto che gli inconvenienti durano ormai da anni, si evince, semmai, tanta pazienza da parte dei cagliaritani, e per questo molti si attendevano meno rigore nel far scattare raffiche di multe; del resto basta osservare ciò che accade accanto al porto per constatare che la realtà è da Paese da quarto mondo, e non certo da ordinato cantone tedesco: i fatti parlano chiaro, la strada è sgangherata, gli attraversamenti pedonali mal segnalati e privi di rallentatori, le strette pedane rialzate per l’attesa dei bus sono maciullate e prive di panchine dove potersi sedere, quasi fossero pensate senza rispetto umano, ma che radunano, in piedi, e sotto l’implacabile sole cocente dell’estate, anziani e disabili mentre attendono l’arrivo dei mezzi pubblici, una situazione a dir poco vergognosa.
Inoltre, sorprese amare potrebbero movimentare il futuro di via Roma con l’inizio dei lavori per la metro leggera: dove passeranno i pullman? Dove sarà dirottato il flusso delle auto quando verrà sistemata la strada al lato del porto? Lo spazio dimezzato della nuova via Roma non consentirebbe di trasferire su quella strada il traffico, neppure provvisoriamente, a quel punto potrebbe farsi viva la tentazione di utilizzare gli spazi del porto, ed in quel caso verrebbero spostati da quella parte caos e disagi, perché sul lato portici “si è già dato” e di subire ancora fastidi non se ne parla proprio, è ovvio che l’idea di aver ridotto il preziosissimo spazio lastricato appare ogni giorno sempre più assurda.










