Viale Marconi è a senso unico da oltre un mese, i lavori vanno avanti (operai e ruspe, ormai, “frequentano” il tratto di strada sin dallo svincolo con via Galvani) ma i residenti sono sempre più imbufaliti. Non è bastato inviare una petizione con decine di firme al sindaco di Cagliari Paolo Truzzu. La prospettiva di dover vivere a pochi metri da una strada senza più il doppio senso scatena ancora polemiche. I marciapiedi? “Troppo stretti, addio anche ai nostri parcheggi”. Gli alberi? “Levati per allargare la strada, è sbagliato e, inoltre, i bus passeranno troppo vicini alle nostre abitazioni”. La rabbia è tanta e ogni abitante del viale pone l’accento su problemi diversi e, in qualche caso, già vissuti.
Cenzo Barrilli vive in viale Marconi da 21 anni: “Certo, volevo i marciapiedi, ma così siamo chiusi come in un campo di concentramento, senza gli spazi per le auto di fronte alle case e con i pullman che passeranno vicini alle case”, dice. “Solo un metro e mezzo di marciapiede, non potremo più fermarci per scaricare la spesa e, eventualmente, un’ambulanza dove si fermerebbe? Nella corsia dei bus, intralciando il traffico? Rischiamo la vita perchè le auto vanno a tutta velocità e, quando usciamo dai passi carrabili, siamo già sulla strada”. Stefania Cao abita in viale Marconi da trentacinque anni: “Sono rimasta sorpresa per gli alberi tagliati, alcuni sono sani. Mi spaventa la poca attenzione per noi residenti, non siamo considerati. La strada è pericolosa, non mettono dissuasori o semafori”, osserva, “molte consegne a domicilio non vengono più fatte perchè, chi deve arrivare sin qui, si sta rifiutando di farlo”. Egidia Demurtas: “Ho dovuto dare appuntamento a un fattorino che doveva consegnarmi dei pacchi in via Vienna, si è rifiutato di venire in viale Marconi. Non ci sono più i nostri parcheggi, non c’è più sicurezza, rischiamo di essere investiti ogni volta che usciamo di casa. In questo tratto di strada, almeno sino a via Mercalli, va rimesso il doppio senso”.










