Un’altra emergenza, che ha colpito un bambino malato di leucemia e che è stata risolta dopo oltre cinque ore. Protagonisti, in negativo, ancora una volta, Microcitemico e Brotzu. Dentro i due ospedali i medici fanno il possibile e l’impossibile per seguire tutti i pazienti, ma la divisione tra le due strutture frutto dell’ultima riforma della sanità sarda continua a creare situazioni di caos. A denunciare tutto è Francesca Ziccheddu, presidentessa dell’Asgop: “Un bambino di tre anni con un esordio di leucemia deve fare midollo e rachicentesi perchè sono trascorsi 15 giorni. È arrivato al Brotzu alle 8 del mattino, l’anestesista è arrivato alle 11. Lui ha l’autorizzazione a mettere il catetere, mentre la dottoressa non ha ancora l’autorizzazione per fare le procedure”, denuncia la Ziccheddu, che è rimasta in contatto costante, al telefono, con la mamma del piccolo malato: “Che è a digiuno da ieri. Questa è la prassi da quando è avvenuto lo scorporo, in passato era l’esatto opposto: gli anestesisti venivano da noi al Microcitemico, oggi è il contrario”.
“Alla fine, solo alle tredici è entrato in sala operatoria. Ricordo ancora una volta che parliamo di cure salvavita e, quindi, urgenti”.









