Un contratto indeterminato? Fa gola, soprattutto in Sardegna, soprattutto con la crisi nerissima che avvolge la nostra regione, soprattutto in un’azienda pubblica. E, invece, dal Brotzu è già iniziata, seppur solo parzialmente, la fuga del personale sanitario. O verso altri lidi o, stando a quanto trapela, verso un lavoro totalmente differente da quello, nobile ma da tempo “maltrattato”, di curare il prossimo. È la denuncia più grossa che lanciano i sindacati dei lavoratori del Brotzu, il più grosso ospedale sardo che si prepara a dover sopportare, oltre ai tantissimi disagi quotidiani, anche quello ulteriore di uno sciopero di 24 ore, proclamato per venerdì prossimo. Altro che sanità sana, insomma, sanità malata. Diego Murracino del Nursing Up svela tutte le problematiche: “Le condizioni del personale sanitario, partendo dagli infermieri, è gravissima. Quando ci ritroviamo lavoratori che rinunciano a un contratto indeterminato, licenziandosi da un cosiddetto paradiso perchè l’alternativa è andare in cura dallo psichiatra, allora bisogna riflettere sulle condizioni di lavoro, inaccettabili. Un laureato”, afferma Murracino, “non viene messo in condizioni buone al Brotzu, dove c’è anche carenza di personale infermieristico e, chi c’è, deve assistere i pazienti nei corridoi, tra turni di lavoro che vanno ben oltre le 36 ore settimanali e ore in eccedenza non pagate dall’azienda. Se un infermiere va a chiedere il pagamento degli extra gli viene risposto che non è come dice lui e che può sporgere denuncia”.
Attacca a testa bassa anche Gianfranco Angioni dell’Usb: “Siamo sull’orlo del precipizio, stiamo mettendo a rischio reparti, quello più grosso è di chiudere la baracca perchè la situazione è diventata insostenibile. Ci sono Oss e infermieri che si spaccano la schiena con turni massacranti e condizioni di sicurezza ai limiti, avendo rinnovi contrattuali di un mese, ferie e giorni di riposo negati nonostante abbiano versato lacrime e sangue durante la pandemia. L’amministrazione Arnas è inadeguata a portare avanti le politiche sanitarie, dev’essere commissariata. Il Businco”, prosegue Angioni, “è al collasso, il reparto dell’ala D è ancora chiuso, i coordinatori non possono fare i turni e gli infermieri sono dentro gli uffici a svolgere ruoli facenti funzione senza regole”. In campo anche il sindacato Cisna con Giovanni Congiu e l’Fsi con Marco Pulisci: “L’emergenza Covid è diminuita, a monte restano le problematiche che si sono acuite al Brotzu in questi anni. Si parla di un’azienda di alta specializzazione che deve avere più fondi per andare avanti, mentre invece si è scatenata una guerra tra poveri, con infermieri che si licenziano a causa dello stress lavorativo molto alto e delle retribuzioni più basse di tutte le Asl della Sardegna. Serve un fondo contrattuale di almeno il doppio per sopperire a tutte le esigenze”, nota Pulisci, “vanno ripristinati i festivi infrasettimanali e vanno soprattutto pagati, c’è pure una sentenza della Cassazione”.








