Un progetto multimediale attraverso l’immaginazione di un mondo in cui gli uomini dominano la sfera domestica: inaugurata la mostra “Il casalingo perfetto” di Nikzone – Nicoletta Zonchello – a cura di Caterina Ghisu, un’ucronia che stimola una riflessione sui confini sociali e culturali che definiscono i generi, sfruttando la potenza dell’immagine come mezzo di indagine e critica. Presso il Centro Culturale Comunale “Il Ghetto” in Via Santa Croce, l’8 marzo è stato celebrato in maniera diversa rispetto alle classiche forme mirate a ricordare e valorizzare le donne. Infatti il progetto messo in atto, realizzato attraverso una serie di immagini, stampate e proiettate, una rivista, la riproduzione di un ambiente domestico, si propone come la rivisitazione dei ruoli di genere degli anni ’50, attraverso l’immaginazione di un mondo in cui gli uomini dominano la sfera domestica. Nikzone, artista che ama definirsi una creator appassionata, esperta di processi interrelati tra arti figurative e nuove tecnologie, invita il pubblico a considerare come le alternative alla realtà consolidata possano offrire nuove prospettive sulla struttura della società contemporanea, mettendo in luce le possibilità di trasformazione e comprensione oltre i tradizionali schemi di genere. L’artista, dopo un lungo lavoro di ricerca iconografica sugli anni cinquanta, sulle riviste femminili dell’epoca, di studio della loro grafica, del linguaggio e dei contenuti, mostra i perfetti casalinghi nelle loro azioni domestiche quotidiane, sempre amabili, remissivi, sorridenti e acchittati in modo impeccabile. Uomini che usano i nuovi elettrodomestici come la lavatrice, l’aspirapolvere, il frullatore, celebrati da Nikzone come icone in stile Pop, isolati dal loro contesto e poi reintegrati nella ricostruzione dell’ambientazione.
Si guarda all’estetica della Pop Art di Richard Hamilton e dell’opera-manifesto del 1956 Just what is it that makes today‘s homes so different, so appealing?, in cui la donna viene rappresentata non più come un angelo del focolare, ma come una persona emancipata dal corpo seducente, che vive in un ambiente borghese moderno, privo di pentole, grembiuli e marmocchi. L’impatto delle immagini create da Nicoletta Zonchello moltiplica le riflessioni sullo stato attuale dell’uguaglianza di genere, riconosciuta ancora oggi come un diritto umano fondamentale, ma ancora lontana dall’essere pienamente raggiunta. L’artista non rischia di restare intrappolata in qualche forma di retorica, di narrazione didascalica, nel mettere in evidenza oltre mezzo secolo di cura della famiglia e lavoro domestico non retribuito, senza responsabilità condivise all’interno delle famiglie.
Nikzone non auspica l’avvento di un casalingo perfetto, anzi, con questa storia alternativa ci mostra, come scrive Debord, che immaginare un tempo che non è esistito diventa l’alienazione necessaria in cui il soggetto si realizza perdendosi, diviene altro per divenire la verità di se stesso.
“Durante le due guerre mondiali le donne si erano messe a servizio della società, fuori dalle mura domestiche, e avevano vissuto uno strappo con il passato: il distacco dal padre, dal fratello, dal marito, dai figli, sostituiti nei ruoli a casa e nei luoghi di lavoro. I conflitti avevano incrinato i modelli di comportamento e le relazioni tra generi, cambiando radicalmente le donne, rendendole più indipendenti e consapevoli delle proprie capacità. Nel periodo post bellico, però, ci fu un ritorno ai ruoli tradizionali, anche se la consapevolezza femminile era uscita trasformata e orientata sulla strada dei diritti” spiega Nicoletta Ghisu.












