Nella milionata di commenti, auguri, congratulazioni, nella gioia collettiva della promozione in serie A, nella grande festa di Cagliari e della Sardegna intera, l’unico a non partecipare è stato proprio chi la Sardegna la governa. Christian Solinas, che dell’orgoglio sardo ne ha fatto bandiera, ormai logora, non ha detto neanche mezza parola sull’impresa di mister Ranieri e dei ragazzi rossoblù, apprezzata a tutte le latitudini calcistiche e non.
Il governatore ha fatto letteralmente finta di niente: non un post, non un tweet, non un comunicato stampa, sulla cui quantità di solito non si risparmia. Il motivo è chiaro e riporta sempre al braccio di ferro con il sindaco Truzzu sul nuovo stadio del Cagliari: il Comune vuole i 50 milioni promessi, la Regione frena e in quei 50 vuole includere anche un ospedale e ville fronte mare. Chiaro che, con la promozione in serie A, la prima richiesta è proprio quella di uno stadio degno di tale nome. Ed ecco la strategia a scomparsa di Solinas: non dire nulla sulla promozione, sull’impresa che ha emozionato tutti i sardi di cui lui dovrebbe essere il massimo rappresentante, per evitare che si parli dello stadio.
Ovvio che in ballo c’è molto di più. C’è la ricandidatura alla presidenza della Regione a febbraio, guarda caso contesa con Truzzu, c’è lo studio certosino di quale sia la mossa migliore per guadagnare voti e consensi e c’è il calcolo millesimale di vantaggi e svantaggi. Intanto, però, la strada scelta è quello del silenzio. Assoluto e tombale. Imbarazzante e inaspettato. Di sicuro, ingiusto. Per squadra e tifosi.








