Cagliari, il Porto Canale in crisi finisce sul mercato: “L’affitto? Due milioni all’anno”

Dopo l’addio di Cict il Porto Canale cerca un nuovo “inquilino” per far tornare i container sopra il piazzale di 400mila metri quadri: “Chi vincerà potrà gestirlo sino a 50 anni, pagando un affitto annuale di due milioni”


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Il Porto Canale di Cagliari è ufficialmente sul mercato. Dopo l’addio di Cict si cerca un nuovo “inquilino”. E c’è l’avviso pubblico, sulla Gazzetta della Repubblica Italiana, Europea, sui principali organi di informazione nazionali e stranieri e sul sito istituzionale dell’Ente, col quale l’Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna cerca un nuovo terminalista per rilanciare il traffico container a Cagliari ed in Sardegna. Una vera e propria call internazionale, il cui scopo è quello di assentire in concessione, per lo svolgimento dell’attività di movimentazione dei container, la gestione del compendio costituito da 1600 metri lineari di banchina (con possibilità di allungamento così come previsto all’interno del Piano regolatore), 16 metri di fondale e quasi 400mila quadri di piazzale, sul quale sono presenti 6 cabine elettriche, 3 fabbricati destinati ad uffici, mensa, spogliatoi, depositi attrezzature, nonché un Punto di Ispezione Frontaliero. Un pacchetto nel quale si inserisce, su richiesta dell’aggiudicatario della concessione, un parco gru e mezzi per la movimentazione che potrebbero essere messi a disposizione, previo contratto di locazione o di acquisto, dal Consorzio Industriale Provinciale di Cagliari.

Ulteriori punti di forza per la nuova gestione saranno il collegamento alla Zona Economica Speciale di oltre 1600 ettari, per la cui istituzione si è in attesa della firma del Decreto istitutivo, e la Zona Franca Doganale interclusa, sulla quale sono in corso gli interventi di perimetrazione ed infrastrutturazione dei primi 6 ettari. Non ultima, la vicinanza del servizio di bunkeraggio operato dalla Saras, per il rifornimento del carburante alle navi in transito nel Mediterraneo Sud Occidentale. Sono altresì aperte interlocuzioni tra Regione Sardegna e Ministero dello Sviluppo Economico per la riproposizione di un Contratto di Localizzazione, che andrà siglato con il nuovo terminalista, finalizzato a sostenere gli investimenti per l’acquisto di nuove attrezzature.

La domanda di concessione dovrà pervenire all’AdSP del Mare di Sardegna entro il prossimo 28 febbraio 2020 e sarà pubblicata per 60 giorni. In caso di più proposte, sarà cura dell’Ente, con la nomina di apposita commissione, individuare quella più in linea con la vision dell’AdSP. Il criterio di valutazione delle istanze sarà basato su una scala di 100 punti totali che verrà suddivisa in: 35 punti per il Piano operativo e organizzativo, (strategie volte all’incremento dei traffici, piano di sviluppo, qualità e varietà dei servizi offerti; proposte gestionali migliorative, possesso di adeguate attrezzature tecniche ed organizzative idonee a soddisfare le esigenze del ciclo produttivo); 35 punti per il Piano degli Investimenti (programmi di adeguamento, riqualificazione, manutenzione, potenziamento, miglioramento delle tecnologie; garanzia delle più ampie condizioni di accesso al terminal per operatori ed utenti; sostenibilità ambientale ed innovazione tecnologica). Altri 25 punti riguarderanno il Piano Occupazionale, all’interno del quale il nuovo concessionario dovrà garantire un numero di unità lavorative congruo alla concessione, con una premialità per il riassorbimento della maggior forza lavoro proveniente dal cessato terminalista. Non ultimo, con 5 punti, il criterio di valutazione sulle azioni di promozione all’internazionalizzazione e diversificazione dell’offerta dello scalo portuale.

Per quanto riguarda la durata del titolo concessorio – che non potrà superare i 50 anni, tantomeno essere soggetta a rinnovo automatico – la stessa dovrà essere indicata dal richiedente sulla base delle proprie valutazioni tecnico – economiche e successivamente valutata dall’Autorità di Sistema Portuale.  L’importo del canone annuale è pari a poco più di 2 milioni di euro, al quale si aggiunge una parte variabile soggetta a riduzione, in dipendenza dei volumi di traffico che il nuovo terminalista registrerà. “Con l’avviso che in questi giorni abbiamo pubblicato sulle Gazzette italiana ed europea, sul nostro sito istituzionale nonché su quotidiani e riviste internazionali avviamo una nuova stagione per il rilancio del Porto Canale di Cagliari – spiega Massimo Deiana, presidente dell’Authority sarda. “Riteniamo sia una stimolazione allettante per il mercato, con l’introduzione di parametri di valutazione che premiano piani industriali improntati alla crescita dei traffici, al riassorbimento della forza lavoro, riduzione dell’impatto ambientale, innovazione tecnologica e promozione del traffico contenitori sui mercati esteri. Oltre ciò, va tenuto in considerazione quello che abbiamo denominato pacchetto insediativo: Zes, Zona Franca Doganale Interclusa, vicinanza all’hub per il bunker marittimo della Saras, tasse di ancoraggio azzerate. Strumenti in grado di contribuire alla creazione delle migliori condizioni necessarie per un rilancio efficace e rapido dei traffici container nello scalo cagliaritano”.


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