A Cagliari c’è chi continua a vivere il parco come un rifugio quotidiano, un luogo in cui respirare un po’ di serenità dopo una giornata piena. Ma per molti abitanti non è più così semplice. È quanto emerge da alcuni abitanti che frequentano da anni Monte Claro e che ora, con crescente amarezza, denunciano una situazione diventata insostenibile.
Al calare del sole, il parco sprofonda quasi ovunque in una penombra inquietante. Solo pochi punti rimangono adeguatamente illuminati. Il resto è un intreccio di sentieri bui, alberi che si confondono nel nero e angoli che ispirano più timore che tranquillità. Non è solo una questione di comfort: è una questione di sicurezza. Le recenti notizie di aggressioni contro le donne, purtroppo sempre più frequenti, rendono ogni passo incerto, ogni fruscio un motivo di allarme.
E Monte Claro non è un caso isolato. Anche il parco di Terramaini soffre della stessa trascuratezza luminosa, lasciando chi lo frequenta con quella sensazione spiacevole di dover sempre guardarsi alle spalle.
A tutto questo si aggiunge un ulteriore disagio: l’orario di chiusura invernale di Monte Claro. Le ore 20 per molti sono un limite decisamente troppo anticipato, soprattutto per chi lavora tutto il giorno e può ritagliarsi solo la sera un momento per passeggiare, correre o semplicemente ritrovare un po’ di pace.
La voce di questi abitanti di Cagliari è la voce di tanti: chiedono attenzione, ascolto e interventi concreti. Perché un parco pubblico deve essere un luogo di vita, non un confine da temere.










