La lunga mano, maledetta, del Covid, che tra lockdown e chiusure ha portato alla fame, vera e propria, migliaia di persone che sino al 2019 sapevano di poter contare su un lavoro. C’è ancora il virus sullo sfondo di tante, troppe storie di povertà nuova a Cagliari. E le associazioni fanno ciò che possono, ringranziando ogni giorno i più fortunati e le realtà private che donano ciò che possono, anche per Natale. all’Exmé di Pirri, solo ieri, più di duemila in fila, seicento famiglie desiderose di avere del cibo per rendere meno difficile il venticinque dicembre: “Abbiamo donato loro pollo, olio e panettoni, una spesa più ricca rispetto al solito”, racconta Ugo Bressanello. “I numeri sono cresciuti tantissimo rispetto a due anni fa, tra chi viene da noi ci sono ex camerieri di venti o venticinque anni e commercianti che hanno visto fallire la propria attività. Piccoli imprenditori schiacciati da crisi e fame, ma anche cinquantenni arrivati a fine corsa”. Cioè? “Lavoro perso per colpa della crisi internazionale e nessun altro posto sicuro. Molti si vergognano e vengono a prendere cibo e aiuti fuori orario, per non rischiare di essere visti da altri bisognosi. Ieri abbiamo cercato di fare e regalare un po’ di festa, donando cinquanta bici ad altrettanti bambini grazie alla generosità della società Kesta. Ma non bastano i privati, tutte le amministrazioni comunali spero che continuino ad aiutarci”. O che inizino, in qualche caso.
Tra Cagliari e provincia non solo Domus De Luna ma anche gli Amici della strada Sardegna di Roberto Carrus: un gruppo nutrito di volontari, supportati dalla Caritas, che seguono più di cinquanta clochard, cioè chi non ha nemmeno un tetto per ripararsi la notte. Anche loro continueranno ad aiutarli, girando con le loro automobili e furgoni, anche a Natale e Santo Stefano.









