Cinque figli, “tre minorenni e due maggiorenni, solo uno lavora ma è fermo” e moglie, “disoccupata, prima andava a lavare le scale, purtroppo sempre in nero”. Lui, V.C., 42enne di Cagliari, un contratto ce l’ha, ma mancano stipendi, casse integrazioni e bonus: “Faccio il custode da tre anni in una piscina, sono fermo dal sette marzo scorso e in cassa integrazione dal primo aprile, ma sono due mesi che non vedo un euro”, spiega l’uomo, che chiede che non venga messo il suo nome per intero “per questioni di privacy”. Il quarantaduenne ha contattato la nostra redazione per raccontare la sua vicenda: “La piscina non ha ancora riaperto, ho fatto tutte le domande possibili per ottenere bonus o aiuti ma sono sempre state respinte, da quello che ho capito dovrebbe trattarsi di un problema di Isee, quello dell’anno scorso era troppo alto. Io però non me ne intendo”, spiega l’uomo, “so solo che la cooperativa presso la quale lavoro ha inoltrato le domande per la cassa integrazione, ma non mi è ancora arrivato nulla. Non so più dove sbattere la testa, dov’è lo Stato? Vivo in una casa popolare e ogni mese devo pagare sia l’affitto sia il condomino”, prosegue il guardiano.
“Nelle ultime settimane ho chiesto aiuto alla Croce Rossa e alla Caritas, per avere riso, latte, olio e zucchero. Li ho ricevuti, ma è chiaro che non si può andare avanti così, i miei figli hanno bisogno di mangiare anche carne”.










