Il corpo di Paolo Durzu è stato recuperato e affidato al medico legale, dopo una mattinata di complicate operazioni per riportarlo a riva.
Il mare agitato ha complicato il recupero del corpo individuato questa mattina nelle acque di Cala Fighera, a circa 15 metri dal punto in cui, mercoledì, era stata trovata senza vita la 29enne Manola Murgia. L’operazione, avviata poco prima delle 10 dai vigili del fuoco, è stata resa difficile dalle onde alte oltre due metri contro la costa.
Si presume che il cadavere appartenga a Paolo Durzu, 33 anni, fidanzato della giovane. Per evitare che la corrente lo trascinasse via, è stato assicurato con delle funi a terra dai soccorritori. Il corpo era incastrato tra gli scogli e i vigili del fuoco hanno lavorato tutta la mattina per il recupero. Poi il corpo intorno a mezzogiorno è stato affidato al medico legale Roberto Demontis per un’ispezione preliminare, cui seguirà l’identificazione ufficiale della salma.
Intanto, la famiglia di Paolo Durzu è precipitata nello sconforto: ieri avevano lanciato un appello al figlio pregandolo di rientrare e augurandosi che fosse ancora vivo, mentre il fratello di Manola, Michele Mascia, li aveva accusati di “averla uccisa” e di essere per questo “contenti perché era quello che volevate”.
Una storia che ha ancora tanti lati oscuri su cui gli inquirenti faranno luce nelle prossime ore.










