Cagliari, il contratto non basta per avere una casa: “Le affittano solo a statali o studenti”

Una paga sicura o, anche, un indeterminato nel privato? Non sono una garanzia per molti padroni di casa, che spesso dicono no se ci sono bimbi di mezzo. Flavia Nurchi, Oss 36enne: “Stipendio certo ma porte sbattute in faccia, perché ho un figlio, anche a Quartu e Selargius”. Uday Rivaira: “Non si trova nemmeno una camera, preferiscono affittare a chi studia perché hanno agevolazioni con le tasse. Non si trova nemmeno un monolocale a 600 euro al mese”


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Le case in affitto? A Cagliari e nell’hinterland ci sono, ma non per tutti. Con l’estate alle battute finali e un nuovo anno lavorativo alle porte, c’è chi continua a ricevere un no dopo l’altro da parte di chi ha messo in affitto interi appartamenti o, anche, una sola camera. Chi bussa per cercare di avere un tetto sicuro, però, ha tutte le carte in regola: un contratto a tempo indeterminato, o anche un determinato con tanto di referenza da parte del datore di lavoro. Ma non basta più, stando ai racconti di vari lettori di Casteddu Online che, negli ultimi giorni, hanno contattato la nostra redazione nella speranza che qualcuno possa fidarsi di loro. Flavia Nurchi, Oss 36enne, ha una cartella piena di carte e documenti vari che potrebbero tranquillizzare qualunque affittuario: “Non è così, purtroppo. Ho un contratto a tempo indeterminato in una cooperativa privata e, da gennaio, sto collezionando solo rifiuti anche perché ho un figlio di sette anni. Sono una mamma single, i padroni di casa temono che, se non riuscissi a pagare l’affitto, la presenza di un minore complicherebbe la mia uscita. Ma se ho un indeterminato, che timori possono mai avere?”. La Nurchi ha scoperto sulla sua pelle la differenza, tanto sottile quanto decisiva, tra chi lavora nel privato e chi ha un indeterminato nel settore pubblico: “Due mesi fa, per una casa a Quartu, hanno preferito un’Oss che opera al Brotzu e che, addirittura, ha uno stipendio un po’ più basso del mio. Ho fatto decine di tentativi, ho un lavoro che mi rende indipendente ma sono dovuta tornare a vivere dai miei genitori. Già sono sfortunata a portare avanti un figlio sola in più mi lasciano senza casa. Oltretutto, lavorando e guadagnando i servizi sociali non danno una mano. Chiunque possa offrire una casa in affitto per me e mio figlio, a 550 euro al mese mi scriva a [email protected], sono disperata”.
E, se un contratto più che blindato non basta ad avere un tetto sicuro, ha meno chance chi lavora ma ha un determinato, accompagnato da una lettera con le referenze del datore di lavoro. Uday Rivaira è nato in India ma è diventato, praticamente da quando era poco più che un neonato, cittadino italiano a tutti gli effetti. Lavora come cameriere in un ristorante di Cagliari, il 28enne: “E ho una compagna e un figlio nato da poche settimane. Il mio contratto è a tempo determinato ma offro buone garanzie. Ho avuto grosse difficoltà a trovare anche una camera singola, questo perché preferiscono affittare agli studenti, ottenendo delle agevolazioni sulle tasse. Per qualche tempo avevo trovato una stanza, ma essendo lavoratore hanno preteso che pagassi duecento euro in più di affitto”. Il giovane non ha cercato nei comuni dell’hinterland: “Non sono automunito, lavoro in città e perderei troppo tempo spostandomi con i mezzi pubblici. Alla fine mi sono dovuto rivolgere alle agenzie, sto ancora cercando un monolocale in affitto. Posso anche arrivare a pagare seicento euro al mese ma, dopo quasi due mesi di attesa, non ho trovato nulla”.


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