Il totale viene aggiornato al ritmo di una volta alla settimana: “Duemila nuovi poveri ai quali diamo assistenza dall’inizio del 2020 a oggi, per un totale di seimila persone. In media, ogni sette giorni ci sono 25 nuove famiglie povere, trenta contando anche l’hinterland di Cagliari”. Fanno paura i numeri diramati da Fernanda Loche, presidentessa del comitato cagliaritano della Croce Rossa. Un flusso definito “quasi continuo. Nel 2019 davamo assistenza e aiuti a quattromila persone. I numeri, oggi, sono veramente alti e drammatici”. E l’età dei bisognosi si è abbassata, ancora una volta, di molto: “Il Coronavirus ha portato alla fame tantissime coppie giovani, di trentenni e quarantenni. La nostra sede di viale Merello è presa d’assalto: grazie al programma dei fondi europei doniamo pasta, riso, tonno, legumi in scatola, olio di semi ed extravergine, formaggio. C’è anche una grande solidarietà di tante aziende sarde”, afferma la Loche, “hanno donato sia soldi sia prodotti locali e con le donazioni ricevute abbiamo acquistato pannolini per bambini, pappe ed omogeneizzati”. Già, perchè spesso, le famiglie, sono composte da padre, madre e figlio. O figli: “I numeri lievitano continuamente, riceviamo molte richieste anche nelle nostre tre sedi periferiche di Serrenti, Cortoghiana e Soleminis”.
E la fame sembra essere davvero tanta: “Prima di Natale faremo altre consegne, ci bloccheremo solo nei giorni clou e, da dopo Santo Stefano, ritorneremo ad aiutare quotidianamente chi soffre”. Un esercito di disperati, i numeri snocciolati dalla Loche non possono essere letti in altro modo: “C’è anche chi viene da noi per prendere la spesa ma, poi, fa il classico giro delle sette chiese perchè non riesce ad arrivare, con le scorte, sino a fine mese. Da tempo si discute della creazione di una regia unica per aiutare chi ha bisogno. Ciò che è sicuro”, conclude la presidentessa della Croce Rossa cagliaritana, “è che la situazione, legata ai nuovi poveri, è peggiorata dopo l’estate. E il Covid, purtroppo, ha creato tanti disoccupati in più. I nostri magazzini, fortunatamente, straripano ancora di scorte di cibo. La solidarietà è tanta”.












