È una saga che sembra aver assunto il tempo dell'”infinito”, quella della battaglia dei lavoratori degli addetti alle mense scolastiche e alle pulizie delle scuole. Istituti sbarrati dal cinque marzo, niente primi, secondi e contorni da servire e, di conseguenza, niente stipendio. Gli unici soldi? Quelli degli ammortizzatori sociali: “Ma non bastano”, tuonano all’unisono Cgil, Cisl e Uil attraverso i loro tre rappresentanti Simone Congiu, Sara Lorrai e Silvia Dessì. In centinaia si sono ritrovati sotto la prefettura di Cagliari per chiedere al prefetto di potersi interessare della vicenda. “I lavoratori sono fermi da marzo e non vedono l’ora di tornare al lavoro. A settembre, però, non si sa ancora se riapriranno le mense”, spiega Dessì. “Non possono andare avanti tra le incertezze, per gli addetti alle mense e alle pulizie il lockdown non è ancora finito, anzi, sono ancora fermi alla fase uno”, aggiunge la Lorrai. “Sono trattati da invisibili, tutti lavoratori di società esterne che stanno vivendo un enorme disagio. Chiediamo, per loro, almeno la Naspi per i mesi estivi”.
La situazione è esplosiva e i lavoratori senza stipendio si raccontano a Casteddu Online. C’è chi ha un figlio piccolo da dover crescere e, senza più una busta paga, è costretta a fare i salti mortali e chi, invece, è riuscito a fare affidamento sul “buon cuore” dell’azienda di turno che ha garantito, per un paio di mesi del lockdown, gli stipendi. Ma l’aria resta, ovviamente, tesissima. All’orizzonte, per i lavoratori, non ci sono spiagge e boschi nei quali andare d’estate, ma mesi di difficoltà e crisi. Le loro interviste si possono leggere nel corso delle prossime ore sul nostro sito www.castedduonline.it









