Il cartello che penzola dalla finestra del palazzo sopra il suo locale, con due parole “omofobo, razzista”, più il link al suo profilo Facebook è il minimo: “L’ha appeso una signora che dice di sentire rumori per colpa della mia attività, ma io ho tutti i certificati firmati dagli ingegneri”. Andrea Zucca, 44 anni, in appena due mesi di attività – gestisce un locale-ristorante in piazza Yenne – ha quasi contato più visite di polizia Municipale e multe comunali che clienti: “Ho già pagato 900 euro, e ho altre due sanzioni perché ho messo fuori dal locale sette tavolini. Sono in torto marcio perché il Comune mi ha detto che non potevo, ma l’alternativa era morire”, si sfoga Zucca. “Si utilizzano due pesi e due misure, i venditori abusivi stranieri possono stare, alcuni mi chiedono pure il cambio dei soldi, e io invece no. Mi sento discriminato”.
E agosto, il mese più “caldo” sotto molti punti di vista – aumento di turisti incluso – porterà zero incassi per il 44enne: “Dovrò tenere chiuso praticamente per tutto il mese, il Comune mi ha imposto la chiusura per venti giorni. Garantisco il lavoro a sette dipendenti, li ho già avvisati che dovranno restare a casa”, afferma, sconsolato, Zucca. “Il Comune è governato da dei ciechi che non vedono i veri problemi, mi è stato detto che non dovevo fare questo investimento proprio perché non c’era spazio. Perché i vigili urbani si sono accaniti contro di me, con sette controlli in due mesi, mentre c’è chi piazza tappeti ed espone merce in tutta tranquillità?”.










