Il tampone eseguito prima di un intervento chirurgico da dover effettuare all’ospedale. L’operazione, poi, non viene eseguita perchè arriva la “legnata” del test molecolare: positivo. E, per una famiglia cagliaritana, inizia l’incubo. Che dura, ormai, dal tre novembre scorso: “Mio figlio di quindici anni ha effettuato il tampone in quanto doveva essere sottoposto ad un intervento. Appena ci hanno avvisato della positività abbiamo ritirato da scuola gli altri due piccoli ed avviato le procedure previste in questi casi, ovvero la comunicazione ai rispettivi istituti scolastici, strutture sportive frequentate e medico di famiglia e pediatra, che hanno inoltrato segnalazione all’Ats”, spiega la madre dei piccoli, una 44enne.
“Da allora siamo in quarantena, in attesa di essere contattati dall’unità di crisi per effettuare i tamponi di controllo previsti entro 14 giorni. A nulla sono valse le ripetute chiamate ai numeri che ci hanno fornito”. E nemmeno le email, spedite all’Ats il 13 novembre e oggi dal marito e papà dei tre bambini, un 46enne.
E una risposta, da parte dell’Ats, c’è anche stata. O quasi: “Gentili colleghi, inoltriamo per competenza il sollecito del signor ***, che legge per conoscenza, affinchè vogliate dare risposte alle informazioni richieste”. I giorni trascorrono tutti uguali, per la famiglia cagliaritana: “Per la spesa ci dobbiamo arrangiare online, ce la consegnano a casa e spendiamo molti soldi. Io e mio marito”, afferma la donna, “lavoriamo in regime di smart working, ma comunque non è facile. Stiamo vivendo una grossa situazione di disagio”. In una delle email spedite all’Ats, il padre precisa anche che, mentre il figlio positivo, “continua a seguire le lezioni online, i fratelli stanno perdendo giorni di scuola”. E, poi, la promessa: “Considerato che mio figlio è totalmente asintomatico, e che finora non ho avuto nessuna indicazione da parte dell’Ats, mi vedo costretto ad attenermi alle disposizioni in essere, ovvero al ventunesimo girono questo nucleo familiare riprenderà la normale routine quotidiana anche senza certificazione visto che, a quanto pare, la nostra situazione non sembra di particolare rilievo vista l’assenza di contatto da parte degli organi competenti”.










