Si parla spesso di disinformazione e poter dei media, soprattutto con l’avvento dei social. Con le nuove terribili guerra degli ultimi anni, alcune vicinissime a noi come quella in Ucraina, l’opinione pubblica si è spesso divisa con toni accesi. A portare alla luce l’importanza dell’informazione in questo momento storico è Europa Radicale, che in una lettera aperta a Crosetto evidenzia come si siano tenuti nel nostro Paese eventi atti a diffondere il pensiero putiniano e la politica definita ibrida a favore di Mosca. Stando a quanto accertato, Cagliari e Torino sono le città più disinformate riguardo la politica attuata da Putin. In totale si parla di 158 eventi, 5 appunto fra Cagliari e Torino.
Europa Radicale ha deciso di pubblicare una lettera aperta al Ministro della Difesa Guido Crosetto: “Prima di scriverle, abbiamo consultato Internet utilizzando come chiave di ricerca “Crosetto+guerra ibrida”. Fra gli innumerevoli risultati, abbiamo scelto questo suo post su X del 31/03/2025: “… Sono anni che sollevo l’attenzione e lancio
allarmi, a volte inascoltato, e in ogni occasione possibile, per mettere sotto i riflettori quanto accade”, si legge nella lettera. “E’ in corso una guerra ibrida. Pericolosa quanto sotterranea,
costante e asfissiante quanto quotidiana, che è fatta da un mix di attacchi cyber
mirati, reclutamento di “attivisti” (traduco: persone a libro paga di potenze o entità
straniere e ostili), scientifiche e massicce campagne di disinformazione di massa,
furti di tecnologie e brevetti militari e industriali, più molti altri atti ostili, perpetrati da più attori, statuali e non …”.
“Anche noi radicali denunciamo da almeno un decennio la guerra ibrida che il regime di Putin sta conducendo in Italia. Organizzati in Europa Radicale, grazie al lavoro militante di Laura Botti e di Giulio Manfredi,siamo riusciti a mappare gran parte degli eventi di quella guerra ibrida “pericolosa quanto sotterranea, costante ed asfissiante quanto quotidiana” da lei giustamente denunciata (diciamolo: nell’assoluto silenzio ed indifferenza da parte dei suoi colleghi di governo). “
“Già il numero e la capillarità degli eventi filoputiniani da noi tracciati
dovrebbe essere oggetto di una seria riflessione politica da parte di tutti gli esponenti di partito, senza distinzioni di posizionamento, ma anche di un dibattito pubblico, sui giornali, in TV, sui social”, precisa il comunicato.
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