Le direttive non consentano a chi a scuola si occupa della ragazza di preparare la frutta in maniera tale da poter essere mangiata: nessun apparecchio elettrico, solo una forchetta e qualche pressione al frutto. Ma la burocrazia lo vieta. La mamma, quindi, decide di chiedere aiuto a qualche genitore attraverso un post Facebook: “Abbiamo già inoltrato il certificato medico con questa precisa dicitura, poi la banana verrà somministrata dalla OSS scolastica, la quale rifiuta di provvedere lei stessa a rendere il cibo in forma cremosa. Quindi si tratterebbe di dedicare qualche minuto a mia figlia condito con un sorriso, lei vi sarà eternamente grata. Naturalmente la madre farà il ‘corso di schiacciamento di banane o altra frutta ‘. Tutti sappiamo che quando si è a dieta la frutta viene messa nella merenda, ma mia figlia è disfagica per cui non può mangiarla a morsi. Ci è stato proposto di schiacciare la banana a casa e di portarla già così, ma tutti sanno che si guasterebbe consumata dopo ore. Oltretutto non può prendere il limone che si sa si usa per conservare la frutta. Quindi ribadisco che abbiamo bisogno di aiuto”.
Una serie di malattie, insomma, affliggono la studentessa, la quale necessita di accorgimenti ben precisi.
“I genitori di un ragazzo con disabilità grave devono lavorare più degli altri per poter garantire una vita dignitosa e in salute, considerati i costi che devono sostenere. Purtroppo mia figlia oltre ad una disabilità gravissima che comporta osteoporosi, stipsi cronica, insonnia notturna, spettro autistico,ecc… ha anche familiarità con il diabete e seguire un’alimentazione sana e bilanciata è proprio la base per la sua salute. Oltretutto cambiare le sue routine porta anche a problematiche comportamentali. La scuola vuole per merenda preparati industriali che non sono sani. Quindi ribadisco il mio invito: c’è una persona che può dedicare qualche minuto del suo tempo per aiutare una ragazza con grave disabilità e i suoi genitori? Fino ad ora ho provveduto io ma attualmente sono in malattia e ovviamente non posso uscire di casa”.











