Se c’è un aggettivo per descrivere la Città Mercato di Pirri che sia sincero e non rischi di scontentare a nessuno, il termine che si può utilizzare è sicuramente degrado. Un ex gigante del commercio moribondo, lavori milionari fermi al palo e centinaia di lavoratori a casa senza una certezza per il loro futuro: “Lì abbiamo messo l’anima”, cinque parole che si trovano ancora tra i commenti di uno dei tanti articoli di Casteddu Online dedicati al centro commerciale incastonato tra le rotaie della metro e il parco di Terramaini. Che inizia a mostrare i primi segni del tempo: qualche giorno fa è letteralmente crollato uno dei bocchettoni bianchi dell’aria condizionata, ovviamente inattiva, posizionato sulle storiche scale mobili. Il crollo è avvenuto proprio in quella accanto alla tabaccheria che resiste e continua a tenere aperta, fatturando poco più che briciole. La rottura è avvenuta il pomeriggio della Vigilia di Natale, una sorta di segno simbolico, ma neanche tanto, di una struttura lasciata in balìa delle onde dell’incertezza. Per l’eventuale via ai lavori se ne riparla nel 2023, e forse bisognerà attendere la primavera inoltrata.
Nel calendario dell’anno nuovo manca una data sicura, i sindacati stanno alla finestra e promettono una battaglia, l’ennesima, dopo l’Epifania, chiamando in causa anche la Regione. Scelte legittime, mentre Conad attende un segnale chiaro dai padroni di tutto il centro. Dovrà diventare il più grande mall commerciale della Sardegna, l’obbiettivo è ancora questo? I sessanta milioni di euro basteranno? Se lo chiedono sia i sindacati, un filo sottotraccia, che i lavoratori. E, a pochi metri di distanza, in un pieno adattamento del concetto della libertà imprenditoriale, Lidl gongola: il supermercato aperto sulle ceneri del mobilificio Mobil Clam sta facendo buoni affari, almeno così traspare dai parcheggi, sempre sodl out.











