Il pienone? Al Parco della Musica, in via Milano e, anche, nelle altre decine di punti di Cagliari dove, da anni, sono installati i cassonetti per gli abiti usati. Giacche, pantaloni e scarpe vecchie vengono gettate da tantissimi cagliaritani. Che si liberano di oggetti che, poi, vengono rivenduti in Italia e nel resto del mondo da una ditta, l’Euro Recuperi di Viterbo, che ha stretto un accordo con la De Vizia. Un centinaio di contenitori sparpagliati nel capoluogo sardo che, quasi ogni giorno, vengono riempiti di bustoni stracolmi di vestiti e accessori vari. Un business molto fiorente per la ditta laziale che ha stretto accordi anche in altre regioni italiane: loro li recuperano e li rivendono a delle aziende che li riciclano. E, attenzione, sono classificati come “rifiuti”. Negli ultimi giorni i cassonetti, strapieni, non sono stati svuotati, e sui social fioccano le fotografie degli abiti ammassati fuori, accanto alle aiuole e nei marciapiedi. Il motivo del mancato ritiro? Lo spiega Alfio Marconi, titolare della Euro Recuperi: “La nave non è partita, siamo potuti intervenire e svuotare tutto con quattro giorni di ritardo. Ritiriamo, a Cagliari, tra i 60mila e i settantamila chili al mese di abiti gettati, che poi trasportiamo sino alla nostra sede principale”. Un andirivieni settimanale che, però, per la società non è più sostenibile.
“Ecco perchè stiamo per prendere un capannone proprio a Cagliari per gestire tutti questi rifiuti. Assumeremo almeno cinque operai, tutti addetti allo svuotamento dei cassonetti”, annuncia Marconi. “Sarà un vero e proprio nuovo centro di stoccaggio”. E, sulle polemiche legate anche al trattamento degli abiti usati, che vengono appunto rivenduti, l’imprenditore è netto: “Facciamo così in tutta Italia, non siamo mica l’unica realtà che lavora in questo settore”.









