Cagliari, “Attacco allergico a scuola ma l’ambulanza non arriva: mia figlia portata al Brotzu dalla maestra”

La lettera di una mamma cagliaritana: “Mia figlia ha avuto un attacco allergico a scuola. Le ho somministrato antistaminico e cortisone. Abbiamo chiamato il 118 e ci hanno detto che le ambulanze non erano disponibili. Una maestra coraggiosa ci ha portato al Brotzu. Ma in una scuola dell’infanzia il soccorso è mancato. Dovrebbero avere più mezzi a disposizione”


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Un attacco allergico in una scuola dell’infanzia cagliaritana. Mamma e maestre telefonano al 118. Ma ambulanze disponibili non ce ne sono. Così la piccola è stata portata all’ospedale a una maestra fuori turno.

Ecco la lettera di denuncia di E.L.:

“Sono la madre di una bambina di 3 anni e mezzo che ha una severa allergia alle proteine del latte vaccino, come certificato dalla documentazione medica presentata alla scuola. Alle ore 14 del 4 novembre vengo chiamata dall’istituto perché mia figlia non sta bene. Come arrivo a scuola (corro, non avevo la macchina e comunque la scuola è vicinissima a casa) mi dicono che la bambina aveva già avuto un episodio di vomito. Capisco che si stratta di una reazione allergica perché aveva già un diffuso rush cutaneo, malessere, prurito e congestione nasale e tosse. Presto il primo soccorso alla piccola somministrando i farmaci che sono sempre nel suo zainetto e invito la maestra a chiamare il 118 per una bambina con evidente reazione allergica, ore 14.12. Il 118 risponde che non ha ambulanze disponibili. Alle 14.21 il 118 richiama la maestra per dire che ancora  non hanno ambulanze disponibili e chiedono di parlare con me per sincerarsi sulle condizioni di mia figlia ( tutto ciò è riportato nella “relazione di denuncia infortunio alunni” compilata dalla maestra).

Rispondo che ho somministrato antistaminico e cortisone e che ho con me la penna di adrenalina e che la bambina è cosciente. Mi dicono che non ci sono ambulanze e che comunque arriverebbe da Quartu la prima disponibile. A quel punto un’altra maestra, fuori turno, si offre di accompagnarci al pronto soccorso pediatrico del Brotzu. Il padre della bambina era intanto bloccato nel traffico, per cui ho optato per la soluzione più veloce con la maestra. Arriviamo al pronto soccorso con mia figlia cosciente e non in condizioni critiche, ma con respiro affannato e un altro episodio di vomito avvenuto in auto. Il tutto si è risolto positivamente poi con le cure prestate dai medici del pronto soccorso.

Ma quando una scuola chiama il 118 per un minore bisognoso di cure, può non ricevere il soccorso? Le maestre non sono tenute al trasporto con la propria auto del minore, né a somministrare farmaci: è evidentemente una responsabilità enorme. In questa scuola una maestra l’ha fatto con coraggio e senza pensare ad eventuali conseguenze. Posto che non ci sono state conseguenze tragiche rispetto al mancato invio del mezzo di soccorso, le domande che mi pongo sono: Se io non fossi stata disponibile da subito, chi avrebbe somministrato i primi farmaci alla bambina, in una situazione in cui tra l’altro i tempi sono fondamentali? Noi genitori possiamo essere anche a un’ora di distanza dalla scuola dei nostri figli e non aver modo di intervenire, oppure non avere le competenze per farlo. Forse il 118 di Cagliari dovrebbe avere più mezzi a disposizione? Voglio credere che effettivamente non ci fossero ambulanze disponibili e credo nella buona fede dell’ operatore.  Ma rimane il fatto che in una scuola dell’infanzia, il soccorso è mancato”.


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