A scuola dopo la pensione, non per necessità ma per tenersi intellettualmente attivi. Una moda che si è radicata nel tempo anche a Cagliari, dove l’Università della terza età, fondata nel 1981, conta oggi trecento iscritti, tra cui la maggior parte donne. “Il 70 per cento sono pensionati o neopensionati della pubblica amministrazione e del mondo dell’insegnamento con un’età media che va dai 55 ai 65 anni – spiega Fabrizio Rossi, responsabile della parte didattica dell’associazione – Pochi i liberi professionisti e gli imprenditori privati”. Tra i banchi anche due novantenni cagliaritane che frequentano l’associazione da oltre trent’anni.
Un’opportunità di studi nata negli anni Settanta, a cui Cagliari ha aderito undici anni dopo qualificandosi come la seconda Università della terza età nata in Italia. Ma soprattutto un modo per socializzare e tenersi impegnati. “Negli anni sono nate molte amicizie”, sottolinea Fabrizio Rossi. I più richiesti sono i corsi di lingua, soprattutto l’inglese, ma anche le lezioni di filosofia, letteratura, storia della Sardegna e storia dell’arte. Trenta in tutto i corsi svolti ogni anno da ottobre a maggio nella sede di via Pola, in cambio di un contributo annuale di 100 euro.
Gli iscritti sono soprattutto cagliaritani, provenienti da tutti i quartieri cittadini, come le due novantenni che da oltre trent’anni seguono assiduamente le lezioni. E non mancano gli “studenti” dell’hinterland: Assemini, Capoterra, Monserrato, San Sperate, Monastir, Quartu Sant’Elena. Ma anche Iglesias e Vallermosa. Diversi anche gli iscritti provenienti dal resto della penisola, e stranieri: spagnoli, svizzeri, tedeschi, francesi. “Si tratta di un melting pot interessante e piacevole – conclude il responsabile della didattica – Un ruolo fondamentale lo ricoprono anche gli insegnanti, preparatissimi e appassionati, sia i più conosciuti nell’ambiente accademico cagliaritano, sia i più giovani, ormai inseriti nel corpo docente da diversi anni e capaci di interagire con un uditorio così eterogeneo”.












