È di questi giorni l’ennesima aggressione al personale sanitario del Pronto Soccorso dell’ospedale Brotzu, la struttura di emergenza più grande della Sardegna. Questa volta, l’episodio ha avuto conseguenze gravi: un’infermiera è stata colpita con un pugno in pieno volto da una paziente, presumibilmente con la complicità dell’accompagnatore. La violenza ha causato lesioni tali da richiedere cure mediche e una prognosi.
Si tratta solo dell’ultimo di una lunga serie di episodi incresciosi che, purtroppo, si verificano con frequenza crescente all’interno di un pronto soccorso messo a dura prova da accessi continui e sempre più numerosi. Il quadro che emerge analizzando la struttura è allarmante: il sistema è ben al di sotto della soglia minima di sicurezza.
La sala d’attesa, spesso affollata oltre ogni limite, è presidiata da una sola guardia giurata, “del tutto insufficiente a garantire l’ordine e la protezione del personale. Le medicherie, inoltre, risultano facilmente accessibili dall’esterno, senza alcuna misura di sicurezza per medici e infermieri. L’accesso all’ospedale stesso è privo di controlli stringenti, con l’ingresso dalla sala d’attesa completamente libero e incontrollato, contribuendo a creare un ambiente caotico e ingestibile” spiegano alcuni operatori del settore.
“A peggiorare la situazione, l’assenza del presidio di polizia, che dovrebbe garantire una presenza fissa all’interno della struttura ma che, da settimane, risulta inspiegabilmente assente.
Le criticità sono molteplici e tutte gravi. Il personale sanitario continua a svolgere il proprio lavoro con dedizione, ma in un clima sempre più teso, pericoloso e insostenibile. È fondamentale ricordare che la violenza – fisica o verbale – non è mai giustificabile. Le eventuali problematiche vanno affrontate nelle sedi opportune, non certo con atti di aggressione”.
Questa denuncia, vuole ancora una volta riportare l’attenzione “sulle condizioni critiche in cui opera il Pronto Soccorso del Brotzu. È necessario che le autorità competenti intervengano con urgenza per mettere in sicurezza la struttura e tutelare il personale sanitario, che merita di lavorare in un ambiente protetto, sereno e rispettoso”.










