L’amarcord cancellato dal virus, dal maledetto Covid che ha tagliato le gambe, purtroppo, a tante attività commerciali. A Cagliari si spegne per sempre l’insegna del bar pasticceria “Charlotte”, sotto quei portici di via Castiglione dove, per tutti, è già pieno rione Cep. Sparisce un simbolo, un’istituzione, una caffetteria frequentata negli anni da migliaia di persone, “alcune anche famose, come Dario Fo e Franca Valeri, hanno adorato le nostre paste”, racconta la titolare, Caterina Tosi. Sessantacinque anni, un anno più giovane del marito e socio Efisio Cannas, hanno abbassato la serranda dopo quaranta lunghi anni. Un lunghissimo periodo, fatto di gioie e di paure: lì, tra i tavolini e il bancone, non sempre le visite sono state gradite: “Vent’anni fa i drogati ci rubavano pure le torte”, aveva raccontato, in una video intervista che vi riproponiamo in coda a questo articolo, la stessa Tosi. Altri tempi, il Cep è poi diventato uno dei tanti rioni dormitorio del capoluogo sardo. “Quindici mesi fa è arrivato il Covid, ci ha distrutto definitivamente. I clienti sono calati tantissimo, i seimila euro di ristori del Governo non sono bastati. Non possono bastare, quando ogni mese ha tante e troppe spese vive”. Il virus ha dato la mazzata finale, ma all’indomani della chiusura del “Charlotte” c’è anche altro.
“Sono calate le attività sportive della scuola calcio Sigma che si allena nel campo davanti al nostro bar, il traffico di persone era notevole. Poi, hanno pure messo la pista ciclabile. Nulla da sindacare”, osserva la ristoratrice, “ma ha comunque tolto parcheggi, molto importanti per noi”. Affisso fuori dal locale c’è un cartello, dedicato a tutti i clienti: “È arrivato il giorno dei saluti. Dopo 40 anni le serrande della ‘Charlotte’ chiudono e le motivazioni sono tante, tutte giustificate da eventi straordinari ma anche dal tempo che passa inesorabile. E proprio grazie a tutto questo tempo che testimoniamo il passaggio prezioso, costante e fedele di tutte le persone che qui si sono fermate. Un caffè, due chiacchiere e un arrivederci. Varie generazioni, tante persone e tutte importanti, alcune, addirittura famose. Siamo grati a tutti voi e porteremo con noi la sostanza dei tanti ‘discorsi da bar’ che, come ogni luogo comune, tende a volgarizzare una consuetudine che invece è sempre motivo di eleganza, se ciò significa incontrarsi in umana umiltà e con un arrivederci accompagnato da un sorriso. D’ora in poi ci rincontreremo per le strade di Cagliari, magari per prendere insieme altri caffè, ma stavolta, dalla stessa parte del bancone. Un saluto con gratitudine, con un sorriso sereno, che un’icona simile non potrebbe mai replicare fedelmente”. Firmato: “Caterina e Efisio”. Due imprenditori che, soprattutto per colpa del virus, si ritrovano beffati a un passo dalla tanto meritata e sudata pensione.











