Il suo nome è diventato talmente un tutt’uno con il suo lavoro che, per tutti, è morto Carletto “Motopiù”. Il suo cognome, Atzeri, lo conoscevano solo i parenti: per decenni è stato uno tra i più noti venditori e riparatori di moto, prima in via della Pineta e poi in via Liguria. È lì, accanto alla serranda abbassata della sua officina, che ieri sera i suoi tanti amici l’hanno ricordato con qualche fuoco artificiale e posando fiori e magliette colorate con il nome della sua azienda. Chi ha almeno 40 anni e un mezzo a due ruote, a Cagliari, non può non averlo conosciuto. Da un semplice casco a una marmitta da riparare, lui c’era sempre ed era diventato un’istituzione. Stava male da poco tempo, dopo un ricovero al Policlinico di Monserrato c’è stato il trasferimento all’Hospice di via Jenner. Ieri mattina la morte, che ha lasciato senza parole tantissime persone: la sua bacheca Facebook ha superato, già da tempo, i cento messaggi di cordoglio. Carletto “Motopiù” era il meccanico e l’amico al quale rivolgersi per qualunque problema tecnico.
I suoi scooter e moto in mostra, nel tratto di marciapiede davanti alla sua officina, sono stati così caratteristici da comparire, negli anni, in tutti gli aggiornamenti fotografici di Google Maps. Il funerale è stato celebrato nella chiesa dei santi Giorgio e Caterina, ai piedi di Monte Urpinu. Al primo banco, distrutti dal dolore, il padre novantenne, i suoi due fratelli, la sorella e la fidanzata. Nelle altre bancate, e anche nel piccolo piazzale esterno che costeggia il marciapiede davanti alla gradinata, i suoi tanti amici e clienti.









