Le richieste sono poche e chiare: cinquemila euro a testa per i mesi di stop legati all’emergenza Coronavirus e allungamento della cassa integrazione oltre la data attuale dell’otto luglio. O così, o l’alternativa “per almeno il quaranta per cento degli agenti di viaggio sardi è la chiusura dell’attività”. A dirlo, dalla manifestazione di piazza San Cosimo, è il presidente della Fiavet Sardegna Gian Mario Pileri. Accanto a lui, circa duecento titolari di agenzie di viaggi, arrivati da ogni angolo della Sardegna per manifestare. La stagione estiva è dietro l’angolo e le prenotazioni, sia di sardi che vogliono viaggiare sia di stranieri desiderosi di venire in Sardegna sono al lumicino. Inesistenti, in molti casi. Durante la protesta, iniziata con l’abbandono di valigie vuote sulla scalinata di Bonaria, hanno portato la loro solidarietà e promesso il massimo impegno gli assessori regionali del Turismo, Gianni Chessa, e della Programmazione, Alessandra Zedda. Entrambi hanno ascoltato gli sos dei lavoratori e, già nei prossimi giorni, dovrebbero esserci degli incontri per fare il punto della situazione e capire come intervenire.
E loro, gli agenti di viaggio, tra fischietti e ombrelli, hanno urlato tutta la loro disperazione. C’è chi ha mutui da pagare, chi non ha ricevuto montagne di soldi come rimborso per viaggi annullati e chi ha dovuto mettere tutti i collaboratori in cassa integrazione. Le loro interviste si possono leggere nel corso delle prossime ore sul nostro sito www.castedduonline.it









