La laguna di Santa Gilla, a Cagliari, inquinata per l’ennesima volta e con tanto di divieto di pesca da parte dell’Ats. A dicembre, così, 160 pescatori sono alla canna del gas. Impossibile pescare e, poi, vendere al mercato ittico. Casse vuote, come i loro portafogli: tutta colpa delle ultime alluvioni, nell’acqua galleggiano detriti e spazzatura. Il presidente del consorzio dei pescatori della laguna, Stefano Melis, è furibondo: “Ancora una volta, l’ennesima da 3 anni a questa parte, la laguna di Santa Gilla mostra tutta la sua fragilità, l’equilibrio idro salino fondamentale per l’habitat di tante specie ittiche è stato nuovamente compromesso con le piogge alluvionali degli ultimi due mesi, i fiumi, i canali e le vasche di contenimento tracimano portando in laguna tonnellate di detriti, spazzatura e sostanze che compromettono il delicato equilibrio naturale, l’ Ats ormai da quasi un mese ha emesso un ordinanza di divieto di pesca, le acque continuano ad avere valori oltre i limiti consentiti dalla legge. Per l’ennesima volta”, denuncia Melis, “in questi anni, non abbiamo avuto una produzione nel periodo dell’Immacolata, per l’ennesima volta non potremo commercializzare il prodotto ittico nel periodo natalizio per noi di vitale importanza”.
“Dopo innumerevoli richieste di incontro con la Giunta Solinas ancora attendiamo un riscontro, siamo stanchi delle solite promesse politiche che puntualmente vengono disattese. In questi ultimi anni abbiamo fatto l’impossibile per rilanciare la laguna nell’indifferenza più totale delle istituzioni, a gennaio 2022 comincerà una lotta serrata fino a quando non verranno risolti i problemi che ci impediscono di avere una regolare attività lavorativa”.









