Tomaso Cocco aveva un’ossessione. Ottenere l’accreditamento da parte di Ats e Regione per aprire il centro di Terapia del dolore. E, dal 2020, ha mosso mari e monti per ottenere il risultato. Stando all’ordinanza firmata dal gip, ha incontrato numerosi politici e colleghi medici di altri ospedali. Ha parlato spessissimo con Gabriella Murgia, all’epoca assessora regionale all’Agricoltura, ma anche con il consigliere Giovanni Satta (non indagato), riuscendo ad avere almeno due incontri certificati con Giorgio Oppi. Ma, soprattutto, Cocco si è messo in moto per procurare voti durante le elezioni suppletive per l’assegnazione di un seggio al Senato per Carlo Doria assicurando, a suo dire, “una cinquantina di voti” nella circoscrizione elettorale di Tula, suo paese di origine. Si tratta di un percorso lungo, quello che ha portato Cocco a ottenere ciò che voleva: gli servivano determinati titoli e, dopo essersi accorto che per un corso online di “master in management per la direzione della struttura complessa” offerto da un’università telematica, era indispensabile avere una webcam accesa e sostenere prove orali, era riuscito a superare gli scritti grazie all’aiuto di un tecnico informatico, che ha agito sapendo che stava commettendo un atto illegale.
Il 30 marzo 2020 ha contattato un’avvocatessa del foro di Cagliari, chiedendole di fare al posto suo un corso legale e sulla comunicazione. La legale ha accettato e, dopo averlo terminato, per ringraziarla le ha dato dei soldi: “Voglio vederti prima di Pasqua anche per darti l’onorario”, riuscendo senza difficoltà a spostarsi, in qualità di medico, nonostante le restrizioni del Covid. In tutto questo, ci sono stati decini di spuntini proibiti sia al Binaghi, in un locale chiamato la “Casa del padre” del quale solo Cocco aveva le chiavi, sia in un’abitazione lungo la Ss 131. Tra le carte firmate dal gip Michele Contini emerge il coinvolgimento anche di un magistrato della Corte dei Conti (non indagato) per superare gli esami online. Gli investigatori notano l’ossessione di Cocco per arrivare all’accreditamento ufficiale della struttura. E in questo gioca un ruolo anche Massimo Temussi, ex direttore dell’Ats, Massimo Temussi. È stato lui a creare il bando con i criteri di partecipazione “ritagliati” su Tomaso Cocco. Temussi aveva raccontato, due anni prima, alle forze dell’ordine, di essere rimasto vittima di un’intimidazione: una Ford Fiesta grigia l’avrebbe seguito per mezza Cagliari. A fine 2020, riascoltato dagli investigatori, sostiene che la probabile mandante sia Gabriela Murgia.
Temussi, successivamente entrato nelle grazie del gruppo di criminali orgolesi che avevano stretto un rapporto con Murgia e Cocco, oggi è indagato per rivelazione di segreto e abuso di ufficio, proprio per avere comunicato più volte con Cocco, che avrebbe fatto da paciere tra Temussi e i banditi, tutti i passaggi e l’iter per arrivare al famoso accreditamento della struttura sanitaria. “La vita del mio assistito è stata stravolta da un momento all’altro”, dice a Casteddu Online la legale di Tomaso Cocco, Rosaria Manconi. “È stato preso da casa alle 2:30 di notte, portato in caserma e poi in carcere. Come si può sentire, secondo voi, una persona che ha subìto tutto questo? Lui è onesto e ha sempre lavorato”. Sabato mattina l’interrogatorio di garanzia, occasione nella quale il medico potrebbe decidere di parlare e rispondere alle domande.











