Alessandro Murenu, rappresentante del Sindacato CIMO “Oncologico-Businco”, ha espresso attraverso una lettera aperta indirizzata alla Presidente Todde, i disagi dei pazienti e degli operatori del Businco a causa della ristrutturazione in corso per “sottolineare alcuni punti che in questi mesi non sembra siano stati evidenziati correttamente e quindi non compresi appieno, se non da alcune Associazioni meritorie di pazienti e parenti che vivono ogni giorno della loro vita le difficoltà, talvolta insormontabili.” La denuncia riguarda una serie delibere adottate dalla pandemia in poi “con un vago sapore di conflittualità tra loro”. Un esempio è la Chirurgia Toracica, rinominata Chirurgia ed Endoscopia Interventistica Toracica ed aggregata al Dipartimento Oncologico Chirurgico. Questa dovrebbe essere trasferita al San Michele in ottemperanza del DM 70. “Il trasferimento, vien detto temporaneo, e darebbe la stura alla completa destrutturazione dell’Oncologico, come già paventato da più parti e il suo trasferimento sarebbe in aperto conflitto”. Per dare un’idea dell’importanza dell’’attività chirurgica della CEIT all’interno del Businco viene specificato che “riguardo i traumi è inferiore ai 10 casi per anno, tra questi meno del 10% viene svolta in regime di emergenza, contro un’attività operatoria di circa 400 casi per anno di cui l’85% riguardano patologie oncologiche.”
Il dott. Murenu chiarisce in pochi ma precisi punti come apparirebbe la destrutturazione dell’Oncologico: la struttura ha già perso il reparto di Ginecologia Generale e Oncologica, da qui a poco verrà trasferita Chirurgia ed Endoscopia Interventistica Toracica, mentre Chirurgia Senologica dovrebbe svolgere la sua attività in una sala operatoria che non è a norma e sicuramente in spazi angusti condivisi con il CTMO e con Anestesia e Rianimazione. Il personale Medico non sarebbe sufficiente a coprire le guardie interdivisionali chirurgiche dal momento che parte del personale dovrebbe seguire la CEIT al San Michele per la sua attività operatoria. Mancano i locali per l’attività chirurgica della nascente (?) Chirurgia Generale ad Indirizzo Oncologico che dovrebbe acquisire gli attuali spazi della CEIT . infine “Non si capisce come si potrebbe ottemperare all’assicurazione del rientro della CEIT al “Businco” al termine dei lavori di rifacimento delle sale operatorie.”
Le precedenti esperienze non fanno ben sperare: “Il “Binaghi”, la migliore struttura ospedaliera di Cagliari, vide la ristrutturazione delle sale operatorie e fu svuotato dai Reparti di degenza qualificanti; il “Marino”, trasferito in un hotel con le note carenze strutturali, vide nuovamente la ristrutturazione delle sale operatorie e di nuovo il depauperamento delle strutture di degenza. Non vorremmo che questo fosse il destino dell’”Oncologico-Businco”.
La lettera termina con un appello alla sensibilità umana e alle acclarate capacità manageriali della Presidente Todde chiedendole “ancora una volta un prezioso intervento”.










