Bullismo a scuola in Sardegna, “attenzione ai risvolti psicologici ed emotivi”

Tiziana Mori: ”Attenzione ai contraccolpi psicologici e pure emotivi per i più piccoli che vengono aggrediti durante l’orario scolastico e sulle responsabilità di adulti e Istituzioni”.


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Bambini che, per scherzo di cattivo gusto, invitano e filmano un compagno ad assumere una posizione simile a quella di un asino, e caricata la schiena di libri e quaderni, lo fanno avanzare di qualche metro con i pesi. Tiziana Mori: ”Attenzione ai contraccolpi psicologici e pure emotivi per i più piccoli che vengono aggrediti durante l’orario scolastico e sulle responsabilità di adulti e Istituzioni”.
Video e immagini girate in classe e postate sui social da bambini di nemmeno 10 anni: suscita clamore e impone una seria riflessione la tematica che, purtroppo, prende piede in maniera sempre più dilagante anche tra i giovanissimi. Il fatto, ( https://castedduonline.it/video-e-immagini-girate-in-una-classe-in-sardegna-e-postate-su-tik-tok-privacy-violata/ ) accaduto le scorse settimane in un centro del Sud Sardegna, non sarebbe un caso isolato, bensì uno dei tanti. Non solo a scuola ma anche nei punti di ritrovo, come quello del catechismo, dove i piccoli si sarebbero divertiti a filmare compagni e compagnette anche in atteggiamenti ambigui o di sottomissione.
Questo ennesimo fatto, accaduto sempre in un centro limitrofo a Cagliari, avrebbe come protagonisti alcuni bambini che, per scherzo avrebbero invitato un compagno ad assumere una posizione simile a un animale quadrupede, esattamente un asino, e caricata la schiena di libri e quaderni, è stato fatto avanzare di qualche metro con i pesi. Proprio come come avviene per l’animale. Solo che, tra risate e prese in giro, immancabile è stato riprendere la scena con lo smartphone.
“Anzitutto, da un punto di vista penalistico si distingue il reato commesso da un minore di 14 anni rispetto a quello commesso da un minore di età compresa tra i 14 e i 18 anni.
In particolare, nel caso di cronaca di cui si parla,  si tratta – spiega Tiziana Mori, giurista, e ricercatrice specializzata in Diritti umani e diritti infanzia (Ph. D), già Assessore Politiche sociali, salute e famiglia al Comune di Monserrato – di bambini minori di 14 anni che compiono atti di bullismo o comunque comportamenti previsti dalla legge come reato, per i quali non è prevista responsabilità penale.
Allora, ci si chiede cosa si possa fare.
Se si sono verificati episodi di bullismo ai danni del figlio, il genitore deve necessariamente informare gli insegnanti, dato che tale fenomeno,  tende ad autoalimentarsi nel tempo se non ci portano avanti interventi mirati ed efficaci.
Il problema non  è solo per la vittima ma anche per gli autori degli atti di bullismo.
Ricordo che una sentenza del Tribunale di Potenza di 2 anni fa ha posto l’attenzione sui contraccolpi psicologici e pure emotivi per i più piccoli che vengono aggrediti durante l’orario scolastico e sulle responsabilità di adulti e Istituzioni, che ha portato alla condanna  del  MIUR, prevedendo l’ indennizzo della famiglia di uno studente di 10 anni bullizzato in una scuola elementare lucana, per  rifondere le spese per la causa e  pagare con una sorta di “multa” per la condotta processuale tenuta.
Perciò ritengo – prosegue Mori – occorra creare un ogni scuola in punto di ascolto per prevenire atti di bullismo dove raccogliere le segnalazioni e le testimonianze delle famiglie e delle scuole, dando voce e supporto ai bambini e ai ragazzi che sono stati vittima ma anche autori di episodi di bullismo o cyberbullismo, ai loro genitori e agli insegnanti.
Tale percorso può essere anche inserito in un miglioramento e radicamento dei servizi dei Centri per la famiglia, in collaborazione con Anci Sardegna e Regione, progetti che io stessa ho seguito come Assessore nel triennio a Monserrato pure come Capofila del Plus 21 nell’ambito delle Politiche della Famiglia in base al nuovo accordo del 2021″.
Anche in questo caso nessun dettaglio aggiuntivo sul luogo è possibile fornire per assicurare la massima riservatezza considerata l’età infantile dei protagonisti della vicenda. Uno dei tanti, insomma, che animano le discussioni di genitori e insegnanti ma, soprattutto degli esperti del settore che, con seminari, incontri e riunioni cercano di capire e indirizzare gli affidatari dei bimbi a un giusto comportamento e a non sottovalutare, assolutamente il fenomeno.
La collaborazione tra le parti in causa non manca anche se, a volte, sono i genitori stessi che non ammettono o accettano il comportamento errato del piccolo che, fuori da casa, potrebbe assumere comportamenti diversi da quelli solitamente manifestati tra le mura domestiche o in presenza degli adulti.
Anche per questo motivo vi potrebbe essere una giustificazione, non accettabile, ovviamente: per non essere esclusi dal “branco” o, forse, è meglio definirlo, il “gregge” si sentono quasi in dovere di seguire la massa ed elogiare, addirittura chi bullizza o si esprime con un linguaggio scorretto e volgare.
Troppi i cellulari tra le mani anche dei bimbi che, sebbene non vi sia la necessità, vengono portati anche a scuola o nei centri ricreativi.
Vietarne l’uso non sarebbe assolutamente opportuno, anzi: il mondo ha cambiato strada, tutto scorre su internet, comprese le ricerche che, sino a qualche anno fa, richiedevano l’impegno di sfogliare e leggere i libri di testo o le enciclopedie. Come per qualsiasi cosa è, doveroso, quindi, adoperare anche i dispositivi con la giusta misura ed educare le nuove generazioni, sin dalla scuola primaria, a vantaggi e pericoli che cellulari e mondo virtuale offrono e infliggono.


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