di Luigi Garau
“Nonostante i nostri numerosi appelli e richieste di incontri, noi del comitato –NO chiusura della Chirurgia Plastica e Centro Ustioni del Brotzu- restiamo sgomenti e increduli da tanta indifferenza”. Con queste parole, Monia Piano rappresentante dei pazienti del reparto di chirurgia plastica e centro ustioni del P.O. Brotzu di Cagliari, lancia l’ennesimo allarme, proprio a pochi giorni dalla data (1 Agosto) in cui dovrebbe completarsi il trasferimento del reparto dal Brotzu al Policlinico Universitario. I pazienti sono fortemente preoccupati ed in ansia. Monia Piano continua: “Ad oggi, ne l’Assessore alla sanità, ne il Presidente della giunta regionale e ancor meno i vertici del Brotzu, si sono minimamente degnati di una risposta o di un incontro con noi pazienti che da cittadini sardi, rivendichiamo ancora una volta il diritto alla salute e alla buona sanità”. A quanto ci è dato da sapere, in pratica il primo agosto dovrebbe accadere questo: al Brotzu resterebbe una struttura semplice dipartimentale, mentre al Policlinico di Monserrato, dovrebbe nascere ex novo una struttura complessa. Considerando che dal Brotzu non dovrebbero esserci trasferimenti di personale, al Policlinico si dovrebbe ricorrere all’assunzione di un certo numero di persone con relativo aumento della spesa sanitaria. Il vice presidente della VI commissione permanente (Salute e Politiche Sociali) della RAS, Edoardo Tocco, richiama l’attenzione sul DM 70 “che sostiene in maniera manifesta che la struttura complessa di chirurgia plastica, deve restare al Brotzu”, secondo lo stesso Tocco, con la manovra in atto, si metterebbero in discussione le indicazioni stesse del Decreto Ministeriale. La vicenda appare quindi delicata e la politica è chiamata ad occuparsene a tutti i livelli.
Monia Piano continua nella sua denuncia: “Chiudere un reparto altamente specializzato e con un’ottima e varia casistica, unanimemente riconosciuto come eccellenza Sarda è un errore immenso che farà cadere nella disperazione i pazienti.” Gli stessi pazienti che non riescono a capacitarsi di questa variazione che porterebbe, secondo le loro considerazioni, ad un aumento della spesa sanitaria senza che la stessa sia in qualche modo scaturita da decisioni prese senza nemmeno ascoltare il parere degli stessi cittadini-pazienti”.











