“Brotzu, c’è un altro paradosso: gli addetti alla sanificazione lasciati soli, devono lavarsi i vestiti a casa”

A denunciare la grave situazione è Gianfranco Angioni della Usb Sanità: “Sono uomini e donne in carne e ossa, sono madri e padri di famiglia che oggi per uno stipendio di una media di 900 euro al mese mettono a rischio senza nessuna indennità economica aggiuntiva la propria incolumità. Oggi più che mai i circa 150 lavoratori si sentono abbandonati e preoccupati, si dicono non preparati ad affrontare il mostro invisibile del Coronavirus”


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“Brotzu, c’è un altro paradosso: gli addetti alla sanificazione lasciati soli, devono lavarsi i vestiti a casa”. A denunciare la grave situazione è Gianfranco Angioni della Usb Sanità: “Con l’emergenza coronavirus gli eroi silenziosi adetti dei servizi delle pulizie e delle sanificazione non possono essere considerati figli di un Dio minore. Serve subito un piano di internalizzazione del servizio, passo fondamentale per lo smantellamento del sistema della privatizzazione del lavoro pubblico. L’ USB SANITÀ in molteplici circostanze ha richiesto senza esito l’internalizzazione dei diversi servizi dati in appalto, questi operatori eroi invisibili, sono consapevoli di svolgere un attività indispensabile condiderato che anche senza di loro il sistema collasserebbe, lavorano giorno e notte in maniera encomiabile in silenzio e senza clamore, con fatica e costante impegno, puliscono, sanificano, ritirano tutti i rifiuti dalle camere di degenza dalle sale operatorie e di tutti i locali pertinenti al più grande Presidio Ospedaliero della Sardegna. Sono uomini e donne in carne e ossa, sono madri e padri di famiglia che oggi per uno stipendio di una media di 900 euro al mese mettono a rischio senza nessuna indennità economica aggiuntiva la propria incolumità. Oggi più che mai i circa 150 lavoratori si sentono abbandonati e preoccupati, si dicono non preparati ad affrontare il mostro invisibile del Coronavirus, vivono la drammaticità degli eventi e il susseguirsi dei contagi con estremo timore e incertezza per la loro salute, ma sopratutto per la paura di contagiare i propri familiari. L’ USB SANITÀ non può far altro che accogliere il loro accorato appello e rappresentarlo a gran voce a tutte le istituzioni”.

Ed ecco le soluzioni proposte dal sindacato in questo momento di emergenza legato al Coronavirus nel più grande ospedale sardo: “Servono immediate garanzie di sicurezza sui rischi esponenziali, inaccettabile che si debbano portare anche gli abiti da lavoro a casa per essere poi lavati all’interno del proprio domicilio. Chiederemo di acquisire immediatamente il Documento unico per la valutazione dei rischi da interferenze e tutti i protocolli adottati per espletare le loro mansioni, questo necessario per verificare tutte le misure di sicurezza messe a loro disposizione con i relativi Dispostivi di Protezione Individuale. Come USB SANITÀ non avendo mai abbassato la guardia sulla vertenza dell’internalizzazione, al fine di dare massima dignità alle lavoratrici e ai lavoratori non esiteremo a mettere in atto tutte le misure fondamentali alla loro salvaguardia . Gianfranco Angioni USB PI SANITÀ


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