Via libera della commissione Industria del Senato ad un emendamento al ddl concorrenza che proroga fino a dicembre 2024 il regime semplificatorio per dehors e tavolini all’aperto che saranno agevolati in tutta Italia. E ora i comitati del centro storico di Cagliari preoccupati per l’aggravarsi del fenomeno della malamovida che già impazza nei vecchi quartieri cittadini, hanno scritto una lettera alla premier Giorgia Meloni.
“Le concessioni per le occupazioni di suolo pubblico sono state provvidenziali per incrementare i guadagni durante il periodo pandemico”, ha spiegato il sottosegretario alle Imprese e al Made in Italy Massimo Bitonci, “e continuano ad esserlo per i nostri esercenti di bar e ristoranti. La proroga è un importante segnale di supporto ai tanti esercizi commerciali”.
Ma i comitati non ci stanno, temono l’esplosione dei tavolini all’aperto e altre notti insonni. E in una lettera spedita all’indirizzo della presidente del Consiglio dei ministri hanno ricordato che “le nostre famiglie ed i nostri figli sono privati di una serena esistenza all’interno delle nostre case, quotidianamente assediate da urla, schiamazzi e musica incontrollata”, si legge nel documento prodotto dai comitati Apriamo le finestre alla Marina, Casteddu de susu, Residenti via Spano e via Cima, Rumore No Grazie, Stampace e Vivere a Villanova, “è risaputo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità, abbia evidenziato che il rumore sia causa di malattie gravi ed invalidanti. E non le sarà parimenti ignoto che le zone della cosiddetta movida hanno subito un drammatico degrado, tanto da far temere sia per l’incolumità personale che per la tutela dei beni comuni, oramai ridotti a mediocre fondale per dehors, tavolini e ombrelloni. Il diritto di noi cittadini ad essere fermamente protetti contro tutte le succitate forme di depauperamento socioculturale”, aggiunge, “subisce un grave pregiudizio dal disposto del Ddl, che può solo ingenerare ulteriore indignazione e forte risentimento, tenuto conto dell’incontrollato contesto emergente in tutte le città… almeno l’utilizzo del buon senso, dovrebbe informare l’attività della pubblica amministrazione, la quale deve tenere in debita considerazione le conseguenze che ogni suo atto cagiona: e qui non siamo in presenza di un danno potenziale ma attestato, certificato e notorio”.
La richiesta è quella “di valutare un percorso di neutralizzazione del Ddl, la cui adozione e prevista estensione, poiché prefigurerebbe finanche la sottrazione del posizionamento degli allestimenti commerciali all’aperto, nei centri storici, alla valutazione delle soprintendenze, contribuirebbe in modo determinante all’aggravamento, apparentemente inarrestabile, dello status quo, spiralizzando la contrapposizione tra i citati portatori di interesse e erodendo, contestualmente, l’imprescindibile credito di fiducia che i cittadini ripongono nelle agenzie istituzionali. Anche noi siamo coscienti dei potenziali e comuni benefici che una corretta gestione delle risorse ambientali potrebbe ingenerare, ma fino ad oggi il modello proposto ed attuato ha originato solo precarietà nei rapporti e deterioramento della qualità della vita dei residenti”.










