In attesa del primo lunedì in zona bianca, quando sarà possibile vedere quali saranno i ristoranti che, stremati da mesi trascorsi tra chiusure totali e aperture parziali, non riapriranno, a Cagliari continuano a fioccare gli investimenti, da parte di giovani, per aprire locali dedicati al cibo. E la zona a ridosso delle vie dello shopping si conferma molto quotata. Dopo il nuovo bar in via Sonnino e il bistrot nuovo di zecca in via Farina, in città sta per aprire anche un nuovo ristorante greco. L’unico, attualmente, in città. Tanti anni fa c’erano altri locali che proponevano menù cento per cento ellenici, ma poi hanno chiuso. E piatti con le moussaka, tipiche melanzane fritte greche, gli involtini di riso avvolti in foglie di vite chiamati dolma e le pitagiros, una sorta di piadina ripiena di carne, patate e pomodoro stanno per ricomparire in città.
Il progetto di Marco Chouridis, amministratore di azienda 38enne e socio fondatore del ristorante, risale però allo scorso mese di novembre. Gli spazi sono quelli che hanno ospitato una storica pellicceria e, sino a cinque anni fa, una confetteria: “Purtroppo, anch’io ho dovuto attendere mesi e mesi per colpa delle restrizioni legate al Coronavirus. C’è stata la terza ondata e non si poteva lavorare come avrei voluto io, cioè con tavolini e clienti dentro e, soprattutto, fuori dal locale. Attendere è stato difficile, soprattutto perchè ho chiesto un finanziamento ad una banca e perchè mi sono dovuto scontrare, anche, con le lungaggini della burocrazia, rese ancora più difficili dall’emergenza sanitaria”. Ora, però, il taglio del nastro si avvicina: “Sarà ai primi di giugno”.
“Darò lavoro a quattro persone. Il cuoco, originario della Grecia, poi l’aiutante, una ragazza sarda, e una cameriera e un ragazzo che si occuperà dello street food”, afferma Chouridis. “Da tanti anni Cagliari non ha un ristorante greco”. La speranza, così come per i suoi colleghi giovani che hanno deciso di puntare sul settore food, è quella di riuscire a reggere, in una Cagliari dove la concorrenza, quando si tratta di dover mangiare fuori, è molto ampia: “Pago l’affitto per il locale, l’obbiettivo è anche quello di far rifiorire la nuova piazza Gramsci con i tavolini”.









