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Doveva occuparsi del suo sostentamento, accudirla e aiutarla le giornate, affiancandola per riuscire a farle fare tutto quello che per lei era diventato difficile. Invece, secondo l’accusa, l’avvocato designato per quel ruolo così delicato, si era nel tempo impossessata dei soldi dell’anziana 90enne e li aveva spesi esclusivamente per scopi personali. Prelievi al bancomat, assegni, bonifici, 23mila euro in totale circa sottratti alla donna incapace di badare a se stessa.
La truffa, secondo gli inquirenti, sarebbe andata avanti per 5 lunghi anni, dal 2015 al 2020. Sotto accusa l’avvocato Daniela Caliendo, cagliaritana, con alle spalle uin patteggiamento a 22 mesi per una vicenda simile. Con i soldi sottratti, l’avvocato sotto accusa avrebbe in parte fatto lavori in casa e in parte comprato vestiti, impossessandosi dei soldi grazie all’accesso che in quanto tutrice aveva ai conti correnti bancari. L’accusa a suo carico è quella di peculato.