“Moratoria e aree idonee leggi inutili, ne è prova quanto sta accadendo sul colle di Sant’Elia a Cagliari, dove 37 ettari di territorio di altissimo pregio paesaggistico rischiano di essere trasformati in un mega impianto fotovoltaico”. Intervento di Alessandro Sorgia che sollecita la Regione per prendere in mano l’iniziativa popolare che punta a una equa transizione energetica.
“A più di un anno dall’approvazione della legge moratoria e della cosiddetta legge sulle “aree idonee”, volute dalla Presidente Todde e sostenute dalla sua maggioranza, è ormai evidente il fallimento totale delle strategie regionali in materia energetica. Nonostante le promesse altisonanti, nessuno di questi strumenti ha prodotto effetti concreti per proteggere la Sardegna dalla speculazione energetica.
La moratoria, salutata come uno scudo per fermare temporaneamente i nuovi progetti, è stata bocciata dalla Corte Costituzionale come incostituzionale. La legge sulle “aree idonee”, approvata con l’intento dichiarato di regolamentare il settore, è stata anch’essa impugnata dal Governo ed è stata già censurata dal TAR Sardegna. Oggi è ferma, inapplicata, e – nei fatti – tradita dai suoi stessi promotori”. Sorgia è stato “l’unico consigliere regionale a votare contro la moratoria, perché sapevo che era un’illusione. Oggi è sotto gli occhi di tutti: chi l’ha proposta ha solo guadagnato tempo per permettere alla speculazione di continuare indisturbata”, afferma l’On. Alessandro Sorgia.
“Intanto la speculazione avanza. Ne è prova quanto sta accadendo sul colle di Sant’Elia a Cagliari, dove 37 ettari di territorio di altissimo pregio paesaggistico rischiano di essere trasformati in un mega impianto fotovoltaico, con l’avallo del Ministero della Difesa e in assenza di qualunque forma di pianificazione condivisa con Regione e Comune. Un atto unilaterale che calpesta lo Statuto della Sardegna, ignora gli accordi Stato-Regione e umilia le prerogative autonomistiche e democratiche delle istituzioni locali.
E mentre la Giunta tergiversa, la legge Pratobello24 – frutto dell’impegno popolare, sostenuta da oltre 220 mila firme – continua a rimanere chiusa nei cassetti del Consiglio Regionale. È l’unica proposta concreta che potrebbe davvero restituire alla Sardegna il controllo del proprio futuro energetico, ma viene ignorata. Nessuna convocazione in aula, nessuna volontà politica di discuterla”.
“Il silenzio della maggioranza sulla Pratobello24 è assordante. È una proposta di legge nata dal basso, democraticamente sostenuta da oltre duecentomila sardi, eppure viene ignorata da chi governa. È un insulto alla partecipazione e alla sovranità popolare”, denuncia Sorgia.
Nel frattempo, anche le poche previsioni meritevoli di attuazione della legge “aree idonee” restano lettera morta. L’Agenzia Regionale dell’Energia – che doveva nascere entro aprile 2025 secondo l’articolo 3 comma 16 – non è mai stata istituita. Nessun osservatorio, nessuna trasparenza, nessun monitoraggio.
“Questa inerzia non è casuale. È una scelta precisa: evitare di creare strumenti di controllo significa lasciare campo libero agli interessi delle multinazionali. Ma la Sardegna non può continuare a essere terra di conquista”, conclude il consigliere.
È giunto il momento di riconoscere che le leggi regionali finora approvate non solo sono inefficaci, ma rappresentano una forma di tradimento istituzionale. La proposta di legge popolare Pratobello24 non è solo un’alternativa: è l’unica risposta concreta e sistemica capace di riportare il governo del territorio e delle scelte energetiche nelle mani del popolo sardo.
Pratobello24 prevede strumenti vincolanti e trasparenti, impone limiti stringenti alle autorizzazioni degli impianti industriali da fonti rinnovabili, e stabilisce che ogni progetto debba essere valutato non solo in base agli obiettivi nazionali, ma anche in coerenza con la tutela del paesaggio, dell’equilibrio ambientale, della vocazione agricola e della volontà delle comunità locali.
È una norma costruita dal basso, fondata sulla partecipazione democratica e su una visione di sovranità energetica e territoriale. Non accetta compromessi al ribasso né soluzioni di facciata: restituisce ai sardi il diritto di dire “qui no”, e lo fa attraverso strumenti giuridicamente solidi e pienamente compatibili con lo Statuto della Sardegna.
Finché questa proposta verrà ignorata, la Regione non potrà dirsi davvero autonoma, né potrà fingere di voler fermare la speculazione. Discutere e approvare Pratobello24 non è solo un atto legislativo: è una scelta di dignità, giustizia e autodeterminazione. E per questo, continuerò a chiederlo a muso duro, sempre”.













