Un’associazione nel nome di Giulia e Alessia Pisanu per aiutare i ragazzi più fragili e meno fortunati a stare lontani da certi ambienti pericolosi o quanto meno dannosi per la loro crescita. E’ quello che farà Vittorio Pisanu di Senorbì, il papà delle due ragazze travolte e uccise all’alba del 31 luglio da un Frecciarossa alla stazione di Riccione mentre stavano tornando a casa dopo la notte in discoteca.
Il desiderio di Vittorio è che la tragedia che lo ha colpito, che ha devastato la sua famiglia e tolto la vita alle sue adorate figlie non sia vana: ecco perché vuole fondare un’associazione, ancora e per sempre devastato da un dolore che non lo abbandona mai. Accanto a lui tutta la famiglia, quella sarda e quella emiliana, e poi i tanti amici che non l’hanno lasciato solo neanche un attimo.
Eppure, Vittorio si era dovuto difendere da una campagna di fango, in particolare sui social, per il fatto che le due ragazze entrambe minorenni, 15 e 17 anni, erano da sole, in stazione all’alba, dopo una notte in discoteca. Ma il destino sa essere davvero crudele: proprio quella sera papà Vittorio non stava bene e non è potuto andare a riprenderle come faceva di solito. Per lui, le ultime parole delle ragazze al telefono: “Papà, stiamo tornando”. Dopo pochi secondi, la tragedia che ha tolto loro la vita a 200 chilometri all’ora.












