È stata una delle delegate che ha parlato con i vertici del Consiglio regionale, Anna Maria Schirru, autotrasportatrice di Decimoputzu. Da titolare di un’azienda che esiste da decenni, fondata dai suoi genitori e portata avanti da lei e dal fratello, ha deciso di protestare e fermarsi: “Ho cinque tir, non li posso mettere su strada e consegnare merci, come detersivi e pasta, con i prezzi esorbitanti ormai a 2,50 euro al litro, è impossibile”. E allora, via al blocco: “L’unica urgenza è l’abbassamento dei costi del gasolio e l’abbattimento delle accise. Non abbiamo aiuti, ho sempre lavorato con dignità”. E, con altrettanta dignità, ha deciso di metterci la faccia per salvare anche i suoi colleghi e il popolo sardo dal salasso alla pompa di benzina: “In gioco c’è il nostro futuro e il nostro presente”, dice, in maniera netta, la lavoratrice.
“Chiedo scusa ai cittadini per i disagi che stanno vivendo”, incluse le corse per fare scorte nei supermercati, “questa protesta è per tutti, riguarda tutti. Siamo in lotta per tutta l’Isola”.











