Ancora nuvole nere al Brotzu: scatta il ricorso al tribunale “per comportamento anti sindacale”. Lo denunciano i Sindacati, esclusi dalle trattative costretti a ricorrere al giudice per quello che definiscono, appunto, un comportamento antisindacale. Gianfranco Angioni USB Sanità, attacca: “Da parte dell’amministrazione un arroganza e una prepotenza senza precedenti. Non possiamo continuare a subire questo ostracismo, senza confronto è evidente che ci vogliono privare del diritto di rappresentare i lavoratori sugli aspetti economici e della sicurezza. Se qualcuno pensava di monopolizzare e strumentalizzare la RSU ed escludere e tacitare i sindacati che all’interno dell’organismo elettivo hanno preso centinaia di voti, non ha fatto i conti con un unità sindacale tenace e coerente così come hanno dimostrato i sindacati ricorrenti al Giudice”.
Attraverso lo studio legale dell’avvocato Giovanni Cristian Melis, a cui è stato conferito mandato, il ricorso al tribunale è stato depositato per le Organizzazioni Sindacali USB Sanità, Nursing Up e Nursind, per il fatto che sono state escluse dalla delegazione Trattante della RSU e per l’ esclusione di nomina dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza appartenenti alle loro Organizzazioni Sindacali.
Il ricorso viene iscritto a ruolo e il giudice invitata a costituirsi in giudizio il Presidente della RSU ( Sig.ra Irene Desogus) e il Direttore Generale dell’ Arnas Brotzu ( dott.ssa Agnese Foddis). La prima udienza per la discussione della causa è fissata per il 26.10.2022, in cui le parti dovranno comparire personalmente.
Attacca ancora il sindacalista Gianfranco Angioni: ” All’interno dell’Arnas Brotzu stiamo assistendo a qualcosa di irrealistico. Sono costanti diverse segnalazioni da parte dei nostri dirigenti sindacali sulla limitazione del diritto così come disciplinato dallo statuto dei lavoratori legge 300/70 a svolgere opera di proselitismo sindacale all’interno dei luoghi di lavoro, senza pregiudizio del normale svolgimento dell’attività aziendale.
Stiamo vagliando le diverse segnalazioni, sarebbe gravissimo se fossero accertate tali responsabilità che individualmente non esiteremo a rappresentare innanzi alle autorità competenti.
Inoltre siamo sconcertati per quello che sta avvenendo all’interno dei Presidi Ospedalieri .
L’ amministrazione permette e alimenta una confusione e un inasprimento delle relazioni sindacali senza precedenti. Addirittura non conferma o smentisce un ipotetica preintesa economica sottoscritta solo con alcuni sindacati. Mentre le difficoltà organizzative vengono accentuate dalla carenza cronica del personale assistenziale, l’amministrazione cerca di rasserenare gli animi con una newsletter di ringraziamenti.
I due presidi Ospedalieri S.Michele e Businco sono sotto la morsa di gravissime criticità. Serve riaprire subito quello che è stato chiuso, vedasi l’ala D del reparto di Oncologia medica, e il reparto della Neuroriabilitazione che era ubicato presso il P.O. S Michele, un reparto di eccellenza che accoglieva i soggetti con esiti di grave cerebrolesione acquisita da una condizione caratterizzata da un periodo di coma e conseguenti gravi problematiche fisiche, cognitive e comportamentali.
In un momento cosi drammatico, dove i lavoratori sono diventati il parafulmine delle inadeguatezze organizzative, i ringraziamenti sono fuori luogo e li rispediamo senza indugio al mittente. I lavoratori e le lavoratrici non vogliono pacche sulle spalle, vogliono invece lavorare in sicurezza, così come vogliono vedersi retribuire le ore in eccedenza e, reclamano soprattutto il diritto ad esercitare la loro professione con carichi di lavoro adeguati, con i numeri corretti nelle dotazioni organiche per garantire le esigenze assistenziali. Serve inoltre attivare la procedura di mobilità interna ed esterna, i lavoratori e le lavoratrici hanno diritto di vedersi accogliere le istanze di trasferimento che per troppi anni non sono state evase. In un momento cosi drammatico anche per il caro vita, non si può continuare con questo precariato e acuire le disuguaglianze con contratti di scadenza differenti. Servono assunzioni stabili. I lavoratori e le lavoratrici cosi si sentono sotto ricatto, l’USB Sanità rivendica a gran voce che vengano immediatamente avviate le procedure di stabilizzazione (ex Madia 36 mesi + Covid 18 mesi). Riteniamo inaccettabili le proroghe con il contagocce. Gli OSS, gli infermieri e tutte le varie figure professionali vogliono garanzie per il loro futuro e meritano rispetto e dignità. Lo sciopero generale del 16 Settembre promosso esclusivamente da USB Sanità, Nursing Up, Nursind, FSI e Cisna, ha visto l’adesione di decine di operatori che rende d’obbligo il permanere dello stato di agitazione. L’inadeguatezza delle politiche portate avanti fino ad oggi, evidenziano in maniera inconfutabile come siano fortemente insufficienti le risposte ai problemi sanitari e amministrativi di questa amministrazione, che a questo punto merita sicuramente una rivisitazione gestionale a tutti i livelli”, conclude Gianfranco Angioni.









