“L’Italia a chi la ama. No ius soli”.
Parte da questo slogan, la petizione promossa da Fratelli d’Italia anche in Sardegna con l’obbiettivo di contrastare il disegno di legge che concede la cittadinanza italiana per diritto di nascita. La raccolta di firme, che servira’ per richiedere un referendum abrogativo, nel caso la legge dovesse essere approvata dal Parlamento, ha preso ufficialmente il via questa mattina, con una conferenza stampa al T Hotel di Cagliari, dove il deputato di Fdi Bruno Mugia, il consigliere regionale Paolo Truzzu e il coordinatore regionale Salvatore Deidda hanno illustrato le motivazioni della loro battaglia. Con loro, anche il coordinatore regionale di Forza Italia, Ugo Cappellacci, e l’ex assessore regionale e consigliere azzurro, Giorgio La Spisa.
“È una legge pericolosa, la cittadinanza va conquistata attraverso un percorso di piena condivisone dei valori della nostra societa’- sottolinea Truzzu-. Non abbiamo nessuna difficolta’ a riconoscere chi si sente veramente italiano, ma non vogliamo correre il rischio che all’interno della nostra nazione ci siano soggetti che vogliono distruggere il corpo sociale”.
Ribadisce Murgia: “Non e’ un’assurda difesa dell’italianita’ o della sardita’, e’ una battaglia per fare in modo che la nostra societa’ sia organizzata al meglio. Abbiamo una visione di contrasto all’immigrazione e rispetto della nostra identita’, certamente moderna e contemporanea, ma che non puo’ prescindere dalla difesa di valori fondamentali che la sinistra sta cercando di smembrare. Spero comunque che la raccolta di firme non servira’: vincendo le elezioni politiche, insieme, cancelleremo la legge”.
Chiude Cappellacci: “Vorremo conoscere le ragioni vere della spinta ossessiva del centrosinistra per raggiungere questo obbiettivo. Lo ius soli non e’ assolutamente una priorita’, ma un incentivo per il fenomeno migratorio che e’ fuori controllo. Non voglio fare discorsi razzisti o egoisti, ma ogni anno sono 7.000 i sardi che lasciano l’isola per immigrare:
credo ci siano ben altri problemi nell’agenda politica”.
La popolazione africana, ricorda Cappellacci, “e’ destinata a raddoppiare nel 2050, forse bisognerebbe prendere atto di questa situazione e immaginare, come era stato proposto dall’allora ministro Franco Frattini, un grande piano Marshall per interventi diretti in quei Paesi”. (agenzia Dire)











