Da un mese sta macinando chilometri tra medici e ospedali per cercare di ottenere una risposta, “definitiva”, al suo più grande dubbio: “Posso vaccinarmi?”. Francesco Tatti, 34enne di Quartu Sant’Elena, sta vivendo nell’incertezza e, da qualche settimana, senza più la paga che riusciva ad ottenere lavorando come portapizze: “Il titolare della pizzeria non si fidava del semplice tampone e poi col nuovo decreto non posso lavorare, perchè devo avere il super green pass”. Ha una cartella clinica che definisce “schifosa”, Tatti. Cioè piena di problemi: “Immunodeficienza, allergia alle cefalosparine e ai pollini, soffro anche di epilessia, ho la sindrome di Jeavons”. Il giovane è andato dalla sua dottoressa: “Mi ha detto che non posso fare il vaccino, mi ha mandato all’hub vaccinale e il dottore mi ha rimandato la somministrazione, o in un’area protetta come un’ <spedale o più in là nel tempo”. Ed è proprio l’assenza di una data certa che manda Tatti ko: “Sono tornato dalla mia dottoressa, mi ha spedito prima all’hub dell’ospedale Marino e poi al Brotzu. I medici mi hanno risposto che devo parlarne con lei, è un cane che si morde la coda infinito e, in tutto questo, ho pure perso il lavoro”.
Francesco Tatti è disperato: “Sono distrutto, sto combattendo da un mese e non so più dove sbattere la testa. Mi serve poter parlare con un medico che analizzi tutte le mie carte cliniche e mi dica, chiaramente, se posso o non posso vaccinarmi. In quest’ultimo caso, mi è indispensabile l’esenzione: voglio lavorare, non posso certo vivere di aria alla mia età”.












