Allarme sangue in Sardegna, mancano le sacche per chi necessita di una trasfusione, la richiesta da parte di pazienti e associazioni: “Donate”. Una giornata qualunque, “di ordinaria ingiustizia”: la testimonianza cruda e vera di chi vive appeso a un filo rosso, quello della vita. Oggi come ieri, gli appelli si susseguono da parte di chi deve fare i conti con le malattie che causano la dipendenza dalle trasfusioni di sangue. Una problematica che si ripresenta soprattutto in prossimità dell’estate, oggi riproposta da un paziente che spiega: “Ed eccoci qua.
Di nuovo appeso a quel filo rosso che Ri-Dona la Vita.
Ma quanta fatica. Quanta pazienza.
E quanta, troppa ingiustizia.
Oggi dovevo fare la mia solita trasfusione salva-vita.
Ma ieri sera la chiamata: “Il sangue non sarà disponibile prima delle 11:00…”
Respiro profondo. Conto fino a 100 per non urlare.
Mi alzo, faccio colazione, mi alleno un po’, e mi preparo per andare in ospedale.
Alle 11 sono lì. Alle 11:30 arriva il sangue.
Ma non c’è il mio.
Mi dicono che forse arriverà non prima delle 13:00.
E tutti i programmi della giornata? Saltati.
Anche la cena con gli amici, il racconto del mio ultimo viaggio, un momento di normalità.
Così decido di andare via un attimo.
Panino, due chiacchiere. Parliamo di calcio. Meglio di restare lì a mangiarmi il fegato dal nervoso.
Torno. E miracolo.
Sulla scrivania vedo due sacche col mio sangue (non le 3 previste, ma in fondo, è già tanto!).
Mi attacco.
Aspetto che la vita torni a scorrere dentro me. Fino alla prossima volta.
E ora chiedo a voi.
Grazie a chi ha già donato.
Ma oggi voglio urlare a tutti:
VI PREGO, DONATE SANGUE!
La situazione è grave.
Siamo ancora a maggio.
L’estate è alle porte.
E i malati cronici come me rischiano sempre di più di rimanere senza sangue”.
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