Da Dakka a Cagliari: il viaggio inaspettato. E una nuova vita “adagiata” sul mare. Ali Ahmed, 42 anni, è il bengalese dei tanti record in “salsa” cagliaritana: tra i primi ad arrivare in città, “nel 1996, per una vacanza. Con Cagliari è stato amore a prima vista: una città bella, piccola e con persone amorevoli”, e il primo ad aprire, dopo tantissimi anni di gavetta, il primo ristorante di cucina tipica bengalese. Ali è un volto noto tra chi ama la pizza: “Ho lavorato allo Zodiaco per quindici anni, poi all’Oca Bianca”. In via Lepanto, da due mesi, insieme a sua moglie Lucky di 26 anni, prepara pizze ma anche tantissimi piatti che profumano delle tradizioni culinarie del Bangladesh.
La vita di Ali è però fatta di sacrifici, tanti: “A Roma ho iniziato a fare il lavapiatti, poi pian piano sono cresciuto. Arrivato a Cagliari ho deciso di ripartire da zero, specializzandomi come pizzaiolo”. Nel nuovo ristorante nel cuore della Marina, aperto da due mesi, gli affari vanno bene: “I cagliaritani apprezzano la cucina bengalese, tra i nostri piatti forti c’è il riso bianco accompagnato da bocconcini di pollo, manzo o pesce e il biriyani, riso con pollo o manzo e tante spezie”. Quando non è tra forno e fornelli, Ali Ahmed fa l’interprete dei suoi connazionali nella commissione territoriale di Cagliari e al tribunale.
E la comunità bengalese a Cagliari, che Ali conosce molto bene, è uno di quegli esempi di perfetta integrazione tra mondi distanti, ma solo all’apparenza: “I bengalesi lavorano nella ristorazione, fanno gli ambulanti o hanno negozietti di bigiotteria. Tutti si danno da fare per guadagnarsi da vivere”. Le tre cose più belle di Cagliari, secondo Ali? Nessun dubbio: “Le persone, molto rispettose, il mare che si vede fin dal viale Buoncammino, e quando passo da lì all’alba scatto sempre una foto, e l’unità della gente”. Un’unità che non esclude, anzi: “Noi bengalesi, qui, ci sentiamo a casa”.








