Una famiglia lacerata dal dolore e che sta ricevendo, da quasi un giorno, un fiume ininterrotto di messaggi di condoglianze. Fabio Pisano e Sara Pani, i giovani genitori di Alessandro, sono distrutti: una battaglia, quella del loro piccolo contro il “mostro” di un tumore raro, il sarcoma di Ewing, iniziata proprio due anni fa. Papà Fabio l’aveva raccontato con un lungo post pubblico su Facebook: “Ti senti inutile, oltretutto con la tua famiglia chiusa in una stanza d’ospedale, senza poter affrontare insieme questo mostro come è stato definito da tuo figlio stesso. Vorresti abbracciare ed essere abbracciato, vorresti baciare ed essere baciato, ma ora non si può. Devi trasmettere forza a distanza. Ed è quello che gli amici hanno provato a fare cercando di convincerci ad aprire una raccolta fondi, cosa che non avremmo mai voluto fare, per poter avere per lo meno una sicurezza finanziaria per qualunque cosa potesse servire nel corso di questa lunghissima guerra che ci aspetta”. E la generosità era stata davvero tanta. Alessandro era migliorato, i controlli e le visite in ospedale erano andate avanti e quel “mostro” sembrava che stesse indietreggiando. Qualche mese fa i genitori avevano pubblicato una foto del loro figlioletto dal barbiere: una conquista importante, il piccolo aveva nuovamente i capelli dopo aver affrontato dure sedute di terapia. Una famiglia che non si è mai arresa, rimasta sempre al fianco del suo “piccolo grande guerriero”. Ci sono le foto sorridenti di Fabio con la sua gioia più grande, al mare e nei giochi di un parco.
La forza sino all’ultimo, sino al ricovero al Microcitemico e alla morte del piccolo Alessandro, ieri sera. Un dolore immenso che scorre anche sui social network. Sara Pani ha ringraziato pubblicamente una delle maestre di Alessandro: “Le tue parole risuonano continuamente nella mia mente: “Abbiamo finito maestra?”. Ed io li, a spronarti dicendoti ” Dai Alessandro, ancora un po’ ed è fatta!”. Forse avrei dovuto ascoltarti, eri stanco e dei compiti non ti interessava. Invece io cercavo di trasmetterti normalità, quella che ti era venuta a mancare. Adesso i sensi di colpa mi travolgono. Avrei fatto bene a starti accanto, senza libri, né quaderni e viverti nella tua essenza. Spero tu mi perdonerai. Ho creduto ogni istante che tutto tornasse come prima e volevo semplicemente darti gli strumenti giusti per riprendere in mano la tua vita scolastica con consapevolezza. Le nostre lezioni erano divertenti, i tuoi occhi vispi e profondi mi donavano serenità. Andavo via con una forza incredibile, strano ma è così, eri proprio tu a donarla a me. Aspettavo con ansia le nostre lezioni a casa, erano appuntamenti che significavano progettualità, futuro, prospettive. Ci abbiamo creduto insieme io, tu ,maestra Giovanna, mamma e papà. Ce l abbiamo messa tutta e speriamo di averti donato momenti di serenità quotidiana. Mancherai infinitamente dolcissima creatura. Con affett0, maestra Miriam”. Parole profonde, ricordi di una ricerca di serenità che, nella vita di Alessandro, anche negli ultimi due anni, c’è stata. È stato circondato dall’amore e dall’affetto di tantissime persone, dei suoi zii, dei suoi nonni e, in prima linea, dei suoi genitori. Riportare tutti i messaggi di cordoglio vorrebbe dire scrivere, davvero, migliaia di righe. Bastano, in sintesi, le parole di mamma Sara: “Una parte di me è volata via con te, ti amo infinitamente amore mio. Sei stato forte fino all’ultimo, è solo un arrivederci amore di mamma. Io sopravvivrò per te, te lo devo. Ti amo dolce amore mio”.











