di Agente Lisa
Cronaca di un turno ordinario/straordinario di una volante in Sardegna d’estate ovvero quando pensi di fare un “semplice” turno di pomeriggio e ti ritrovi andare su un intervento alle 14.30 e l’emergenza finisce alle 23. I poliziotti che lavorano su strada di due cose sono certi: non sanno mai a che ora finirà davvero il turno e cosa gli capiterà in servizio. E così è stato anche per Alberto e Alessandro, due agenti delle volanti del commissariato di Iglesias qualche giorno fa, quando sono stati coinvolti nelle operazioni di salvataggio di alcune persone le cui abitazioni sono state colpite da un terribile incendio. Hanno lavorato fianco a fianco con i Vigili del Fuoco, con la Forestale e la Protezione civile. È così infatti che si lavora durante le emergenze, aiutandosi tra colleghi anche se si indossano uniformi diverse.
Tutto inizia con alcune telefonate al 113 in cui si segnala un incendio fuori dal centro della cittadina arrivato a lambire alcune abitazioni, con gente bloccata dentro casa in preda al panico, e in alcuni casi senza acqua perché il fuoco aveva danneggiato le tubature della vicina diga. E poi il vento, quel maestrale che chi è di zona sa bene quanto sia temibile in caso di incendio per la velocità con cui fa propagare le fiamme. Le foto scattate da Alberto e Alessandro rendono l’idea, ma dal racconto che mi hanno fatto credo che la situazione di persona fosse più spaventosa. Per intervenire in un posto dove da lontano vedi un muro di fiamme alte 10 metri e poi fumo e detriti fra te e le abitazioni con le persone bloccate dentro ci vuole fegato. E tutti i ragazzi intervenuti lo hanno avuto. Così i nostri insieme ai Forestali hanno effettuato il primo salvataggio portando fuori di casa una donna bloccata sulla sedia a rotelle per un intervento chirurgico subito qualche giorno prima. L’hanno raggiunta al primo piano dell’abitazione e trasportata giù per le scale sollevandola con la carrozzina il tutto con il fuoco ad un passo. E poi una volta in fondo con la volante trasportarla in ospedale.
Il tempo di andare al Pronto soccorso e tornare ed Alberto e Alessandro trovano che l’incendio si è esteso ancora, complice il vento e la siccità di quest’anno. La sala operativa li avvisa che è arrivata la telefonata di un’anziana signora che non può uscire da casa per il fuoco vicinissimo. La donna è riuscita a dire poche parole e poi è caduta la linea. I due insieme a personale del 118 e protezione civile arrivati sul posto vanno a cercare di salvarla se sono ancora in tempo e vedono una casa quasi completamente avvolta dalle fiamme. È difficile anche solo entrare al piano terra. Ma c’è poco da pensare e bisogna provare a raggiungerla. Indossano un passamontagna ignifugo prestato dai colleghi della Forestale che ha anche un filtro all’altezza della bocca e usano la macchina per arrivare il più vicino possibile alla casa. Poi passano in mezzo al fumo e al calore e arrivano alla porta. La protezione civile la apre solo grazie all’ascia in dotazione. Il legno divelto lascia spazio alla vista di una signora di 88 anni rannicchiata a terra nei pochi metri ancora non invasi dal fuoco. Vicino a lei il suo cane, Devil, un pastore tedesco impaurito e con la gola bruciata dal fumo che nonostante il nome che gli è stato dato ha poca affinità con il fuoco. Il cagnolone infatti appena vede aprirsi un varco fugge a gran velocità all’aperto rifugiandosi all’interno della volante lasciata al piano terra con le portiere spalancate per facilitare l’ingresso dei poliziotti. La signora intanto viene raggiunta e portata anche lei al sicuro, ma è sotto shock e come sempre accade in questi casi di forte stress emotivo non vuole lasciare la sua casa e i ricordi di una vita, come se le fiamme non l’avessero ormai avviluppata, ma viene fatta salire sull’ambulanza per essere portata in ospedale. Finisco il racconto con una nota che strappa un sorriso. Dopo il salvataggio Devil non ne voleva sapere di uscire dalla volante, dove i colleghi lo avevano ampiamente dissetato e portato lontano da quel luogo infernale. Pensate che la temperatura della macchina era arrivata a segnare 52 gradi. Devil infatti si è convinto a scendere solo quando, fuori dall’ospedale è potuto saltare nella macchina della nipote dell’88enne, che lo ha preso finalmente in carico.











